E’ iniziata ieri sera alle 19 (ore locali) la tregua concordata da Usa e Russia in Siria. Come annunciato dall’esercito di Damasco, la tregua resterà in vigore per sette giorni, ovvero fino al prossimo 19 settembre, ed è stata attuata per consentire la consegna di aiuti umanitari alla popolazione delle zone assediate, in primis nella città di Aleppo dove oltre 300mila civili sono senza generi alimentari e medicine da settimane.
“Il regime di calma si applicherà in tutto il territorio della Repubblica araba siriana per sette giorni con inizio alle ore 19:00 (locali, 18 italiane) del 12 settembre 2016 alle 23:59 del 18 settembre 2016 mantenendo la riserva di rispondere utilizzando tutte le armi su qualsiasi violazione da parte dei gruppi armati”, recitava un comunicato dello Stato maggiore delle forze armate siriane citato dall’agenzia di stampa ufficiale Sana.
La tregua non riguarderà i jihadisti del sedicente Stato Islamico (Isis) e i fondamentalisti islamici del gruppo nato come Fronte al-Nusra (ora Jabhat Fateh al-Sham) legati ad al-Qaeda. Se lo stop reggerà per sette giorni, Mosca e Washington inizieranno a lanciare attacchi contro l’Isis e contro l’ex Fronte al-Nusra. Verrà inoltre allestito un centro per coordinare le azioni di Mosca e Washington nella lotta al terrorismo.
Il ministero della Difesa russo ha chiesto all’Esercito libero siriano di non combattere contro le unità curde nel rispetto del cessate il fuoco. L’Esercito libero siriano si è detto pronto a “collaborare per la tregua”, dicendosi comunque preoccupato per il giovamento che il governo di Damasco trarrà da questa pausa di sette giorni dei combattimenti.
L’applicazione della tregua sarà monitorata con l’uso di droni. Il generale Sergey Rudskoy, comandante del Dipartimento operativo dello Stato Maggiore dell’esercito russo, ha spiegato che Mosca ha “tutte le capacità necessarie” a monitorare il cessate il fuoco in Siria.
“E’ l’ultima possibilità di salvare una Siria unita”, aveva detto venerdì il Segretario di Stato americano John Kerry annunciando la tregua. Una calma relativa si va per ora diffondendo in tutte le province del Paese martoriato da 5 anni di guerra civile, come hanno fatto sapere gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani. Bisognerà vedere come l’esercito siriano userà il diritto che si è riservato di rispondere, con qualsiasi arma, a ogni violazione della tregua.