Sono confinato in casa ma sto bene”: con queste parole il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, si sarebbe rivolto telefonicamente a Jacob Zuma, suo pari ruolo in Sudafrica. Il leader, alla guida del Paese da oltre 30 anni, è stato preso in custodia dall'esercito zimbabwese, autore di quello che, nonostante le smentite, ha assunto tutta l'aria di un golpe volto a rovesciare il governo di Mugabe, reo di aver messo in atto una politica di epurazione duramente contestata dalle Forze armate e che ha costretto all'esilio il candidato successore Emmerson Mnangagwa. Una manovra che, secondo parte dell'opinione pubblica, avrebbe avuto come architetto l'influente moglie del presidente, Grace, la quale avrebbe in tal modo palesato le sue mire alla guida del Paese dopo suo marito. La first lady, tuttavia, non si troverebbe assieme al consorte come inzialmente diffuso ma, stando a un parlamentare dell'opposizione ripreso dalla Bbc, si sarebbe recata in un altro Stato (forse in Namibia).
L'attrito fra Mugabe e l'esercito
La situazione nella capitale Harare, tuttavia, continua a mantenersi incerta: nelle scorse ore, tank dell'esercito locale avevano invaso le strade dinnanzi al Parlamento e occupato la tv statale, dalla quale avevano rassicurato il Paese affermando come quello in corso non fosse un tentativo di colpo di stato. Solo due giorni fa, però, il generale delle Forze armate, Constantino Chiwenga, aveva intimato al presidente Mugabe di interrompere le operazioni di epurazione: un discorso che l'ultranovantenne leader aveva bollato come tradimento. Nel corso della notte, almeno tre esplosioni si sarebbero verificate nel centro di Harare: un portavoce dell'esercito ha fatto sapere che, al momento, i militari continuano a proteggere le strade e gli uffici governativi. Le ambasciate estere, nel frattempo, hanno invitato i cittadini a restare in luoghi protetti e a non uscire in strada. A rassicurare sulle condizioni degli abitanti di Harare è stato padre Fradereck Chiromba, segretario generale della Conferenza episcopale dello Zimbabwe, interpellato dal Sir: “La situazione è calma nella maggior parte del Paese e le persone hanno ripreso le loro attività quotidiane”.
Stabilità precaria
L'annuncio in diretta dei vertici dell'esercito aveva però tutt'altro che rassicurato sugli sviluppi di quanto sta accadendo ad Harare. I media locali, tra i quali l'Huffington Post zimbabwese, hanno infatti riferito dell'avvenuto arresto del ministro delle Finanze, Ignatius Chombo, coinvolto nella cosiddetta “caccia ai criminali” annunciata dallo stato maggiore delle Forze armate, in riferimento a coloro che hanno causato sofferenze allo Zimbabwe. Un'ulteriore prova di una situazione politica pericolosamente in bilico per il presidente Mugabe al quale non è stato perdonato l'allontanamento di Mnangagwa, noto anche come il “Coccodrillo”. A sostenere la tesi del golpe in atto è stato anche Douglas Mwonzora, leader del principale partito d'opposizione: “E' la definizione standard di un colpo di Stato – ha detto al network sudafricano 'Ann7' -. Se non è questo un golpe, cosa lo sarebbe allora?”.