A Duma arrivano gli ispettori dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) per indagare sul presunto attacco con gas tossici dello scorso 7 aprile. Ad accompagnare i rappresentanti dell'Opac, ha riferito la tv di Stato, sono stati gli agenti della polizia siriana presenti sul posto. Il sopralluogo si concluderà nel pomeriggio, prima del tramonto.
Indagine
Da giorni si attendeva l'avvio della missione degli esperti giunti venerdì scorso a Damasco con il mandato di verificare la fondatezza delle accuse rivolte al governo siriano di aver fatto uso di armi chimiche. Per “ragioni di sicurezza” il governo siriano e le autorità russe nel Paese non avevano dato il via libera all'Onu di rilasciare l'autorizzazione formale agli ispettori per recarsi in città, pattugliata dalla polizia siriana e da quella militare russa. A Duma, aggiunge, la tv di Stato, è stata fra l'altro rinvenuta una fossa comune con all'interno 30 cadaveri.
La versione di Macron
Dei raid in Siria ha parlato il presidente francese, Emmanuel Macron, durante la plenaria dell'Europarlamento.
“L'intervento in Siria a tre di Francia, Gran Bretagna e Usa non c'entra nulla con l'Iraq e la Libia” ha detto Macron. “Noi non abbiamo dichiarato la guerra a nessuno e non siamo intervenuti dichiarando guerra”. I bombardamenti, ha aggiunto, “erano necessari e sono stati limitati ad alcuni obiettivi e non ci sono state vittime“. Non solo, i raid hanno “salvato l'onore della comunità internazionale“.
Telefonata
Intanto il presidente russo Vladimir Putin e il cancelliere tedesco Angela Merkel hanno avuto una conversazione telefonica per sottolineare “l'importanza di indagini approfondite e imparziali” da parte dalla missione Opac in Siria. “Entrambe le parti hanno espresso la volontà di promuovere la ripresa degli sforzi politici e diplomatici sul dossier siriano, compresi quelli nei formati di Ginevra e Astana, e di portare avanti i contatti bilaterali in questo senso”, ha affermato il Cremlino.