Per l’Iraq il 2014 è stato un anno terribile, caratterizzato dall’inarrestabile avanzata dell’Isis nel nord del Paese. Basti guardare i dati sui sequestri di persona, che sono stati 4.583. Il dato è stato diffuso martedì sera da Fadil al Garrawi, membro delle Commissione irachena per i diritti umani. Parlando in una conferenza stampa tenuta nel parlamento di Baghdad, al Garrawi ha spiegato che i rapimenti sono raddoppiati nel corso dell’anno, senza tuttavia indicare il numero dei sequestri avvenuti negli anni precedenti.
La tragedia più grande è quella degli yazidi, la minoranza etnica più colpita dallo Stato Islamico. Quattromila (di cui la metà donne) sono scomparsi nelle zone occupate dalle milizie jihadiste agli inizi di agosto. Di questi sarebbero 3583 tuttora nelle mani degli uomini del califfo Abu Bakr al Baghdadi. Intanto l’Isis ha smentito con un video trasmesso ieri in rete l’ingresso delle forze regionali curde dei peshmerga nella città di Sinjar, 120 chilometri a ovest di Mosul, nel nord dell’Iraq, abitata da yazidi. Nello stesso clip i jihadisti hanno mostrato la decapitazione di tre miliziani peshemrga. Nelle immagini riprese dall’alto si vede un militante dell’organizzazione terroristica alla guida di un’autobomba che esplode contro una postazione delle forze curde.
Ma al peggio non c’è mai fine e a Mosul alla violenza della guerra si è aggiunto il terrore dell’Ebola. Due persone contagiate sono state ricoverate in un ospedale della città irachena. A comunicarlo è stato un alto funzionario del Partito democratico del Kurdistan a “Khandan news”. “Abbiamo informazioni confermate relative a due casi di Ebola in un ospedale della città di Mosul”, ha raccontato l’esponente curdo, secondo cui le due persone contagiate dal virus sono stranieri in forza all’organizzazione terrorista. Il funzionario ha precisato che i due pazienti sono attualmente ricoverati nell’ospedale Ibn Sina di Mosul. In una situazione drammatica come quella di Mosul il rischio di un contagio su larga scala non può essere escluso.