Emily O'Rielly, Mediatrice europea rieletta da Strasburgo nel 2014, ha chiesto formalmente al presidente della Bce, Mario Draghi, di lasciare il Gruppo dei Trenta, l'organizzazione internazionale basata a Washington che raggruppa governatori delle banche centrali, finanzieri e accademici e che si occupa di approfondire questioni economiche e finanziarie esaminando le conseguenze delle decisioni prese nei settori pubblico e privato.
Raccomandazione
O'Reilly, in una nota diffusa oggi, chiede al numero uno dell'Eurotower di “sospendere” la sua partecipazione al gruppo “per il resto del suo mandato a fine di proteggere la Banca e il suo Presidente dalla percezione che l'indipendenza della Banca possa essere compromessa“. Il Mediatore europeo, inoltre, raccomanda che i futuri presidente della Bce non diventino membri del G30. Anche perché tra i membri “ci sono anche rappresentanti di banche vigilate, direttamente o indirettamente, dalla Bce”, si sottolinea nella nota.
Rischio conflitto d'interessi
La Bce, rileva O'Reilly dopo un'analisi di circa un anno sul tema, “prende decisioni che riguardano direttamente la vita di milioni di cittadini. All'indomani della crisi finanziaria e in considerazione dei poteri supplementari conferiti alla Bce negli ultimi anni per controllare le banche degli Stati membri nell'interesse pubblico, è importante dimostrare che esiste una netta separazione tra la Bce come supervisore e il settore finanziario che è influenzato dalle sue decisioni”.
Club esclusivo
Il G30, riporta il Guardian, è considerato un club esclusivo delle lobby bancarie. Attualmente è formato da 33 membri, di cui solo 2 sono donne. Per entrare nell'assise occorre essere scelti da un Consiglio d'amministrazione, sulla cui composizione vige il massimo riserbo. A oggi solo l'identià del presidente è stata resa nota: si tratta di Jacob A. Frenkel, numero uno di JPMorgan Chase International. O'Reilly ha in particolare posto l'attenzione tanto sulla segretezza del gruppo quanto sulla mancanza di trasparenza sul contenuto delle sue riunioni. La sua raccomandazione arriva dopo la denuncia del Corporate Europe Observatory, Ong con sede a Bruxelles, secondo cui la partecipazione di Draghi al G30 sarebbe in contrasto col codice etico della Bce. L'ex governatore di Bankitalia, da parte sua, ha sempre assicurato che la sua presenza nel gruppo non ne mette in discussione l'indipendenza.