Idati che abbiamo confermano che la crescita nell'eurozona è robusta” ma “non possiamo ancora cantare vittoria”. Mario Draghi, dopo la riunione del board della Bce a Francoforte, conferma che per l'area di pertinenza della moneta unica il peggio è passato ma invita comunque a non abbassare la guardia. Anche perché “la recente volatilità nei tassi di cambio rappresenta una fonte di incertezza che richiede attenzione circa le possibili implicazione sulla stabilità dei prezzi nel medio termine”.
Tassi invariati
Il Consiglio direttivo di Francoforte ha deciso non variare i tassi d'interesse sulle operazioni di rifanziamento principale e marginale e sui depositi presso la banca centrale. Pertanto resteranno, rispettivamente, allo 0,00%, 0,25% e -0,40%. “Sulla base della consueta analisi economica e monetaria – ha detto Draghi – abbiamo deciso di mantenere invariati i tassi di interesse di riferimento della Bce. Continuiamo ad attenderci che rimangano su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l'orizzonte dei nostri acquisti netti di attività” e cioè oltre il limite temporale del quantitative easing, la cui scadenza è prevista per fine settembre. “In base ai dati che abbiamo oggi – ha precisato – vedo poche possibilità di un aumento dei tassi quest'anno”. La Bce “non darà un target” ai tassi di cambio, che “sono importanti per la crescita e la stabilità dei prezzi”.
Niente favoritismi
Nel suo programma d'acquisto di attività l'Eurotower, ha spiegato, “non favorisce determinati Paesi rispetto ad altri nel suo programma di acquisto di attività. Lo stock complessivo, i flussi di acquisto e non gli acquisti recenti sono il metro di giudizio“. Gli acquisti “netti di attivi nel quadro del programma di quantitative easing procederanno al ritmo mensile di 30 miliardi di euro sino alla fine di settembre 2018 o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché il Consiglio direttivo non riscontrerà un aggiustamento durevole dell'evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione”.
Inflazione
Quanto all'inflazione, secondo Draghi, “resta frenata e dovrebbe rimanere sui livelli attuali”. L'inflazione core dovrebbe “aumentare gradualmente nel medio termine“. Il robusto passo di espansione dell'economia e la trasmissione della politica monetaria portano a una “fiducia crescente” che l'inflazione convergerà verso l'obiettivo di lungo termine, cioè vicino ma sotto il 2%, secondo Draghi. Nel complesso le pressioni dei prezzi “restano attenuate e devono ancora mostrare segni convincenti di una tendenza al rialzo sostenuta“.
Gruppo dei 30
Draghi è poi intervenuto su una vicenda che lo riguarda direttamente: la richiesta con cui il Mediatore Ue, Emiliy O'Reilly, lo ha invitato a lasciare il Gruppo dei 30 sino al termine del suo mandato, al fine di proteggere se stesso e la Banca Centrale Europea dal sospetto che possano esserci dei conflitti con l'indipendenza dell'istituto. “La Bce ha ricevuta la lettera – ha spiegato – la sta esaminando e darà una risposta secondo le procedure previste”.