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Donald non spaventa Teheran: avanti con l’attuazione dell’accordo sul nucleare

Teheran è pronta a “qualsiasi sviluppo”, ma per il momento “andrà avanti” con l'”attuazione” dell’accordo sul programma nucleare. Lo ha affermato il portavoce dell’Organizzazione per l’Energia Atomica dell’Iran, l’Agenzia della Repubblica islamica che si occupa di nucleare, Behrouz Kamalvandi, nel primo commento dall’Iran all’elezione del nuovo presidente Usa, Donald Trump.

“L’Iran cercherà di proseguire con l’attuazione del Joint Comprehensive Plan of Action (l’accordo sul nucleare, ndr)”, ha sottolineato all’agenzia Tasnim Kamalvandi, riferendosi all’intesa siglata lo scorso anno con il gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania). “L’Iran ha piani a lungo termine“, ha aggiunto.

“Quello che è importante per gli iraniani è capire e poter valutare la politica del nuovo governo degli Stati Uniti” ha detto il ministero degli Esteri iraniano, Bahram Qassemi. “La nazione iraniana ha avuto amare esperienze per quanto riguarda le politiche passate di presidenti statunitensi”. La questione, ha aggiunto, “è di grande importanza specialmente dopo le dichiarazioni e la posizione del nuovo presidente durante la sua campagna elettorale”. Per il portavoce degli Esteri, “le politiche dei governi precedenti e l’interferenza degli Stati Uniti negli affari dei Paesi della regione sono l’elemento principale che sta dietro l’esacerbazione della violenza, l’estremismo e la provocazione nei confronti dei sentimenti dei musulmani dell’area”. L’attuale situazione di instabilità nelle regioni strategiche di Medio Oriente, Golfo Persico, Golfo di Aden e Mar Rosso, ha concluso Qassemi, “le minacce risultato di violenza e estremismo, così come i pensieri pericolosi e terroristici di gruppi come l’Isis, indicano la necessità di una seria revisione delle politiche degli Stati Uniti nella regione”.

Nei mesi scorsi Trump aveva indicato tra le sue priorità, se eletto presidente, quella di smantellare l’accordo sul nucleare. “L’accordo è catastrofico – aveva affermato – Il problema qui è fondamentale. Abbiamo premiato il principale sponsor del terrorismo con 150 miliardi di dollari e non abbiamo ottenuto assolutamente nulla in cambio”.

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