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Disastro Germanwings, le autorità chiudono l’indagine: il pilota agì da solo

Il pilota Andreas Lubitz, affetto da depressione, agì da solo. E’ quanto ha confermato il procuratore di Dussendorf, Christoph Kumpa, dopo aver annunciato la chiusura delle indagini sull’incidente dell’Airbus 9525 della Germanwings, che il 24 marzo del 2015 si schiantò sulle Alpi francesi con 150 persone a bordo. Immediatamente dopo lo schianto dell’Airbus, l’ipotesi più probabile è stata quella dell’incidente, per questo la compagnia aerea Lufthansa aveva ritirato tutti i velivoli modello 9525 e li aveva sostituiti con il 9441. Solo, successivamente, con il ritrovamento delle scatole nere ha preso sempre più campo l’ipotesi che non si fosse trattato di un incidente, ma un atto deliberato.

Per amor di Dio, apri la porta“, e ancora “apri la porta”. Sono le ultime parole del comandante del volo registrato dalla scatola nera. Parole che indicano come il comandante abbia cercato in tutti i modi di riprendere il controllo dell’aereo per evitare la tragedia. Poi, nel nastro, si sentono le urla dei passeggeri e infine il silenzio. Nel nastro che ha registrato gli ultimi 8 minuti in cui l’aereo è sceso quasi in picchiata da 38.000 a 6.000 piedi, si sente il comandante bussare, prima leggermente e poi con più veemenza, alla porta blindata della cabina di pilotaggio. Poi ha cercato di abbattere la porta, ma senza nessun risultato.

Ai comandi dell’aereo, in quel momento, si trovava il copilota, Andreas Lubitz che, secondo quanto dichiarato dal Procuratore di Marsiglia è “che il copilota abbia volontariamente permesso la perdita di quota dell’aereo e che avesse intenzione di distruggerlo”. Il copilota della Germanwings, Andreas Lubitz, che non era segnalato alle autorità come possibile terrorista, aveva 28 anni ed era originario di Montabaur (Renania-Palatinato). Secondo i dati estratti dalla scatola nera, il giovane copilota era ancora vivo al momento dell’impatto. Oltre ai ripetuti appelli da parte del comandate di aprire la porta, si “sente il respiro umano all’interno della cabina fino all’impatto finale”.

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