Alcuni membri dello staff del dipartimento di Stato Usa in missione in Cina saranno presto rimpatriati dopo i misteriosi attacchi sonori che hanno provocato malori a diversi diplomatici americani.
Rientro in patria
La portavoce dell'organismo, Heather Nauert, ha riferito che un'equipe medica è stata inviata a Canton, a nord di Hong Kong, dopo che un dipendente americano aveva subito un trauma cranico il mese scorso in seguito a rumori “anomali”. Il caso ha riacceso i timori che qualche nemico degli Stati Uniti abbia sviluppato un dispositivo acustico o a microonde sconosciuto.”La sicurezza e la protezione del personale degli Stati Uniti e delle loro famiglie è la nostra massima priorità”, ha fatto sapere Nauert in una nota. I medici – ha aggiunto – dovrebbero cercare di determinare se i sintomi riportati hanno somiglianze con quelli precedentemente riscontrati.
Il precedente
L'anno scorso, 24 diplomatici americani e i loro familiari a Cuba sarebbero stati vittime di misteriosi “attacchi” sonori che hanno provocato lesioni cerebrali. Anche 10 rappresentanti canadesi hanno segnalato gli stessi sintomi. Il segretario di Stato, Mike Pompeo, ha reso noto che gli Stati Uniti hanno creato una task force per chiarire i misteriosi malesseri che colpiscono i diplomatici americani e canadesi.
Il caso cinese
Il primo caso divulgato risale al mese scorso e riguarda un dipendente del Consolato Usa a Canton, nel sud-est della Cina, che aveva lamentato “tenui e vaghi, ma anormali, sensazioni di suono e di pressione“, secondo un comunicato diffuso ieri dall'Ambasciata statunitense a Pechino. Sull'incidente, aveva dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lu Kang, erano state svolte indagini, che non avevano dato, però, alcun risultato. La vicenda era stata discussa in quelle ore anche dallo stesso ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, con Pompeo, mentre Wang si trovava a Washington per uno stop over nel viaggio di ritorno nella capitale cinese dal meeting dei ministri degli Esteri dei Paesi membri del G20 a Buenos Aires. In quell'occasione, Wang aveva auspicato che il caso non venisse “enfatizzato, complicato o persino politicizzato”. La vicenda sembra, però, destinata a gonfiarsi, dopo che uno dei membri del Consolato Usa evacuati, secondo quanto riporta il New York Times, avrebbe lamentato sintomi analoghi a quelli riportati finora già a partire dall'aprile dello scorso anno, con forti mal di testa e fenomeni di insonnia che hanno colpito, oltre a lui, anche membri della sua famiglia.