Dimissioni a sorpresa per Zarif

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Dimissioni a sorpresa del ministro iraniano degli Esteri, Mohammad Javad Zarif , uno dei padri dell'accordo sul nucleare del 2015. 

L'annuncio

“Chiedo scusa per tutte le mancanze negli anni in cui sono stato ministro degli Esteri – ha scritto in un post su Instagram – ringrazio il Paese e i funzionari iraniani (per il loro sostegno) negli ultimi 67 mesi“. Zarif aveva, infatti, assunto l'incarico nel 2013. 

Il personaggio

Una carriera diplomatica iniziata dopo gli studi negli Usa, relazioni internazionali in California e Colorado e un dottorato all'università di Denver; dal 2002 al 2007 è stato rappresentante permanente di Teheran al Palazzo di Vetro, prima sotto il moderato Mohammad Khatami e poi con il radicale Mahmoud Ahmadinejad. Quest'ultimo lo voleva sostituire ma venne bloccato dalla Guida Spirituale, Ali Khamenei. Considerato un moderato, alleato del presidente Hassan Rohani, Zarif è stato uno dei protagonisti dell'accordo sul nucleare iraniano così come per anni il volto all'estero della Repubblica islamica.

Motivi

Motivazioni non sono state fornite: l'annuncio – postato sullo sfondo di un'immagine di Fatima, la figlia del profeta Maometto, di cui ieri ricorrevano le celebrazioni – è giunto inaspettato. Tra gli artefici dell'intesa sul nucleare nel 2015, Zarif è stato duramente attaccato in patria dopo che nel maggio scorso il presidente americano, Donald Trump, ha annunciato l'uscita unilaterale degli Usa dall'accordo e la conseguente ripresa delle sanzioni economiche.

Nemici

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha commentato la notizia esclamando: “Che liberazione!“. Poi ha aggiunto: “Finché sarò qui io, l'Iran non avrà le armi nucleari”. Scettico sulle dimissioni il segretario di Stato usa, Mike Pompeo. “Ne prendiamo atto, vediamo se le mantiene” ha twittato. “In ogni caso – ha aggiunto – lui e (il presidente) Hassan Rohani sono solo prestanome di una mafia religiosa corrotta. Sappiamo che è Khamenei a prendere le decisioni finali”. Per Pompeo, “la nostra politica non è cambiata, il regime deve comportarsi come un Paese normale e rispettare il suo popolo“.