L’azione legale contro il Primo Ministro indiano Narendra Modi viene respinta da un tribunale statunitense. Le accuse mosse al premier sono di crimini contro l’umanità compiuti durante i massacri del Gurajat del 2002. Riguardo tali avvenimenti aveva dichiarato di non Nessun senso di colpa per i massacri del 2002 in Gujarat, solo tristezza, “come quando si investe un cucciolo”.
L’evento scatenante era stato l’incendio causato da un gruppo islamico ad un vagone del treno alla stazione di Godhra. Da allora ci sono stati focolai di disordini di matrice interreligiosa per tutta l’India. Modi è accusato di aver cospirato negli scontri, per non aver preso alcun provvedimento per fermarli e non aver istituito alcuna indagine. Proprio questo suo comportamento ha favorito il polarizzarsi della società gujarati, dove più volte in passato i musulmani hanno denunciato di sentirsi “cittadini di seconda categoria”.
Il verdetto della corte che ha base a New York si allinea con la posizione assunta dall’amministrazione Obama nei confronti di Modi, che gli ha garantito l’immunità diplomatica in quanto leader di un governo straniero. La causa era stata presentata nel 2014 da un’associazione per i diritti umani che chiedeva di espellere il politico indiano dagli Usa, paese in cui prima della sua elezione a Premier dell’India era considerata persona “non grata”.