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De Blasio scende in campo: obiettivo Trump

Di sicuro, il parterre democratico alle elezioni presidenziali del prossimo anno rischia di diventare il vero piatto forte, forse ancor di più del futuro confronto fra i candidati per la Casa Bianca. Ora in campo è sceso pure Bill De Blasio, sindaco di New York al secondo mandato, e democratico numero 23 a scendere in campo per sfidare il candidato repubblicano (Trump e William Weld, al momento, i due del Gop in corsa). A buon diritto, uno dei nomi più altisonanti visto il suo ruolo, magari meno importante di altri a livello istituzionale ma essere il sindaco della Grande Mela comporta una buona dose di visibilità ulteriore. Se poi a versare pepe ci pensa anche Donald Trump, ecco che la ricetta acquista ulteriore sapore: “La sua candidatura è una barzelletta. Se vi piacciono tasse più alte e criminalità è il vostro uomo. New York Lo odia”. Il tweet del Tycoon è lapidario ma, in qualche modo, alza l'audience sulla decisione di De Blasio.

La candidatura

Al momento, il confronto tra i vari democratici rischia davvero di essere uno scontro fra titani, fra vecchi leoni e qualche giovane ma apprezzata figura, da Sanders a O'Rourke, fino a Biden e Harris. De Blasio della sua campagna parla chiaramente come un'offensiva contro Trump, un po' come fatto anche da Biden: “Non importa se vivi in ​​una città o in una zona rurale, un grande stato, un piccolo stato. Non importa quale sia la tua etnia. La gente in ogni parte di questo paese si è sentita bloccata o addirittura come se stesse andando indietro”. E sul presidente: “Non tirarti indietro di fronte a un prepotente, affrontalo… Donald Trump deve essere fermato, l'ho già battuto e lo farò di nuovo”.

Strategie

Un fattore interessante sarà proprio il parere dei newyorkesi che, per il 76%, vogliono tenereselo nella Grande Mela. La decisione, però, è ormai presa e la partenza a razzo contro il presidente sembra indicativo su quella che sarà la sua intenzione in fase di primarie: andare contro l'operato del Tycoon e tutte le decisioni prese finora, dagli accordi di Parigi alla separazione delle famiglie sul confine, dicendosi sicuro che “non si fermerà”. Un programma che sarà dunque pensato come un'anticipazione di un'eventuale sfida presidenziale. Il che, se da una parte è una strategia già adottata, dall'altra potrebbe scontrarsi con le necessità del Partito democratico di trovare una figura che significhi innanzitutto leadership. Circostanza che contribuisce a rendere ulteriormente interessante il confronto fra dem.

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