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Da oggi chi è gay rischia la lapidazione

Puntuale in Brunei è entrata i vigore la riforma del codice penale, ispirata alla sharia islamica, che prevede la lapidazione per i rapporti omosessuali fra uomini e in caso di adulterio.

Proteste

La svolta integralista del piccolo regno del sud-est asiatico era stata annunciata nelle scorse settimane provocando condanne internazionali e l'avvio di una campagna di boicottaggio, lanciata dall'attore George Clooney, contro gli alberghi di lusso posseduti in varie parti del mondo dal sultano dello Stato situato sull'isola del Borneo, uno degli uomini più ricchi del mondo.

Le nuove leggi

L'omosessualità era già un reato in Brunei, punibile con pene fino a dieci anni di carcere. Le nuove misure fanno parte di un processo avviato nel 2014 per una progressiva introduzione della sharia nel piccolo Paese asiatico, dove i due terzi dei 420mila abitanti sono di religione musulmana. Il nuovo codice si applica a tutti i musulmani che abbiano raggiunto la pubertà, anche se alcune misure coinvolgono anche i non islamici. Reati come lo stupro, l'adulterio, la sodomia, la blasfemia e la rapina avranno ora come massima pena la condanna a morte. I rapporti lesbici verranno invece sanzionati con un massimo di 40 frustate e dieci anni di carcere. Per il furto è prevista l'amputazione degli arti. In Brunei la pena di morte non è mai stata abolita, ma l'ultima esecuzione risale al 1957.

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