Un discorso di cinquanta minuti, che più volte è stato interrotto dagli applausi di una platea entusiasta. Così Obama, evidentemente commosso, si è congedato dagli americani. “Yes, we can!“, l’iconico slogan che lo ha accompagnato alla vittoria nel 2008, alla fine del suo discorso è stato cambiato in “Yes, we did”. Il due volte presidente degli Stati Uniti ha parlato dalla sua Chicago, davanti a 20 mila persone in delirio. “Oggi l’America è migliore – ha detto Obama -. Lo abbiamo fatto, lo avete fatto”.
Il presidente uscente ha citato il salvataggio dell’industria dell’automobile e altri successi ottenuti durante il suo mandato, ma i risultati della sua amministrazione non sono stati il fulcro del suo commiato, piuttosto ha parlato dei valori che “rendono l’America eccezionale” e che per nessuna ragione “devono essere traditi”. “E’ stato un onore servire gli americani – ha dichiarato -, non mi fermerò. Continuerò a farlo per il resto dei miei giorni”.
Solo una volta è stato citato il suo successore Donald Trump, quando Obama ha assicurato che farà di tutto per garantire una transizione morbida. Poi ha affermato che che il futuro degli Stati Uniti dipende dalla salvaguardia di quei principi di libertà, uguaglianza, democrazia che furono dei padri fondatori, e che in questo periodo storico, rischiano di essere intaccati dalla minaccia del terrorismo.
E poi l’omaggio a Michelle, accolto dalla platea con una standing ovation e da uno scroscio di applausi. “Ragazza del South Side – ha esordito Obama visibilmente commosso – negli ultimi 25 anni non sei stata solo mia moglie e la madre delle mie figlie, ma la mia migliore amica. Ti sei assunta un ruolo che non avevi chiesto e lo hai fatto tuo, con grazia e stile. Hai reso la Casa Bianca la casa di tutti. Mi hai reso orgoglioso. Hai reso orgoglioso il Paese”. E poi alle figlie: “Siete diventate due incredibili giovani donne. Di tutto quello che ho fatto nella vita, la cosa di cui sono più orgoglioso è essere vostro padre”.