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Crisi siriana, Mosca: “Assad pronto a dialogare con l’opposizione”

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Bashar al-Assad sarebbe pronto a colloqui diretti con i rappresentanti di tutti i gruppi di opposizione siriana, compresi quelli armati. Lo ha detto Dmitri Sablin, deputato russo e coordinatore del gruppo della Duma per i contatti con il Parlamento siriano, dopo un incontro con lo stesso Assad. Lo riporta la Tass. “Ha detto che la Siria è pronta a colloqui diretti con i rappresentanti dell’opposizione, inclusa quella armata”, ha spiegato Sablin. Che ha poi aggiunto: Assad sostiene i colloqui di pace ad Astana“. “Gli eventi – avrebbe detto il raìs stando al racconto di Sablin – si stanno rapidamente indirizzando nella direzione desiderata sia da noi che da voi e questo sta avvenendo grazie al vostro sostegno“.

Nel corso di un colloquio con alcuni giornalisti belgi, riportato dall’agenzia statale Sana, Assad aveva definito “incoraggianti” le dichiarazioni del presidente americano Donald Trump sulla “priorità di combattere il terrorismo”. Il presidente aveva aggiunto che “occorre aspettare, è ancora presto per aspettarsi risultati pratici”. “Ci potrebbe essere – ha detto ancora – una cooperazione tra gli Usa e la Russia, che sarà positiva per il resto del mondo, compresa la Siria. Ma come ho detto, è ancora presto per giudicare”.

Il governo di Damasco è poi intervenuto per smentire la fondatezza del rapporto di Amnesty International circa violazioni dei diritti umani nella prigione di Saydnaya, vicino la capitale siriana. In un comunicato affidato all’agenzia governativa Sana, il ministero della giustizia afferma che “le notizie circolate sui media” e basate sul rapporto diffuso ieri dall’organizzazione internazionale basata a Londra “sono prive di ogni fondamento” e sono “mirate a rovinare la reputazione della Siria a livello internazionale”. Nel dettagliato rapporto diffuso ieri da Amnesty, si denuncia l’uccisione per impiccagione di circa 13 mila detenuti di Saydnaya nel corso degli ultimi cinque anni di repressione governativa. Non è la prima volta che il regime di Assad viene accusato per la violazione di diritti umani.

Edith Driscoll: