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Crisi nel Golfo: no del Qatar alle 13 richieste. L’Egitto: “Non possiamo più essere tolleranti”

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Fumata nera nella crisi del Golfo Persico. Il Qatar ha, infatti, risposto con un secco no alle 13 richieste presentate da Arabia Saudita, Egitto, Bahrein, Yemen ed Egitto. I rappresentanti dei 5 Paesi arabi, ha spiegato il ministro egiziano degli Esteri Sameh Shoukry durante la conferenza stampa congiunta seguita al vertice del Cairo, “si sono rammaricati per la risposta negativa del Qatar” alla lista, aggiungendo che “non si può più essere tolleranti” nei confronti del ruolo di “sabotatore” giocato da Doha nella regione.

“La risposta del Qatar alle nostre serie richieste è negativa nel suo insieme“. “Le nostre richieste” sono state avanzate “per proteggere la sicurezza nazionale e lottare contro il terrorismo”, ha detto ancora il capo della diplomazia egiziana annunciando – senza precisare date – che la prossima riunione dei quattro Paesi si svolgerà a Manana. “Ci sono fatti documentati sul Qatar e la questione va al di là delle” semplici “accuse”, ha proseguito.

Nella risposta del Qatar alle richieste dei 5 Paesi del fronte a guida saudita ci sono rilanci con contro richieste e smentite di accuse su Iran e Turchia. E’ quanto emerge da indicazioni fornite al Cairo da una fonte diplomatica. “Doha chiede ai quattro ministri una decisione collettiva contro l’Iran”, ha riferito la fonte con implicito riferimento a una ventilata ma quasi improponibile espulsione di iraniani dai Paesi del Golfo che li ospitano in quanto oppositori o uomini d’affari (soprattutto a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti). “Doha afferma che non vi è alcun elemento della Guardia rivoluzionaria iraniana sul proprio territorio”, ha riferito ancora la fonte che ha chiesto l’anonimato. Il Qatar “afferma inoltre che la Turchia è uno Stato islamico e dunque nulla impedisce di avere relazioni diplomatiche con Ankara o stabilire basi militari turche a Doha”.

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