Nonostante nel vertice del 7 marzo scorso si fosse raggiunto un pre-accordo tra Turchia e Unione Europea, il Ministro degli Esteri Spagnolo Manuel Garcia Margallo y Marfil, al Consiglio degli Esteri di Bruxelles, boccia il testo. “L’intesa raggiunta con la Turchia è inaccettabile: è contraria al diritto internazionale, alla Convenzione di Ginevra e all’articolo 78 dei Trattati Ue”. “Abbiamo bisogno di correggere queste insufficienze perchè la Spagna accetterà solo un accordo coerente e compatibile con il diritto internazionale”, fa sapere il Ministro.
Anche l’Alto Commissario ONU per i diritti umani Zeid Ra’ad Al Hussein, oggi a Bruxelles per incontrare il commissario UE per l’immigrazione, esprime “grande preoccupazione” per la crisi di profughi e migranti e per il ruolo della Turchia.
In questo clima teso la Commissione UE, con il portavoce dell’ esecutivo Margaritis Schinas, invita ad aspettare il testo definitivo dell’accordo, prima di valutare. Il testo su cui è stato trovato l’accordo è sia un’ opzione “legalmente fattibile che di una buona opzione”, chiosa Schinas.
Oggi nella città di Gevgelija, al confine con la Grecia, dei migranti affogano attraversando un fiume per entrare in Macedonia. Intanto a Idomeni la paura epidemie è alta, e più di 12.000 attendono ancora di potere continuare il loro viaggio per l’Europa occidentale. I media riferiscono di una bambina siriana che ha contratto l’epatite A, che sarebbe già sotto cura in condizioni stabili. Nuove proteste sorgono quotidianamente per la riapertura della frontiera macedone, mentre alcuni iniziano lo sciopero della fame.
Angela Merkel fa sapere che nonostante i risultati delle elezioni regionali in Germania, che hanno visto una forte affermazione della destra di AFD, partito euroscettico, e una pesante sconfitta per i partiti popolari Spd e Cdu, la politica di Berlino non cambia. “Il governo tedesco prosegue la sua politica sui profughi, con tutte le forze, dentro e fuori il Paese”, ha sottolineato il portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert. “L’obiettivo deve essere una soluzione comune europea, che porti a ridurre visibilmente i profughi in tutti i paesi membri”, ha aggiunto Seibert.
A fare eco l’Unione Europea con il suo Presidente Jean Claude Junker che dichiara: “Aiutare le persone che scappano dalla guerra è un obbligo morale e legale dell’Europa”, in risposta a chi domanda se i risultati delle elezioni tedesche porteranno a un cambiamento nelle politiche migratorie europee.