Un accordo per fronteggiare la crisi di migranti: è stato raggiunto in soli 6 mesi il compromesso sul regolamento su guardacoste e guardie di frontiera Ue per la protezione delle frontiere esterne dell’Unione. Nascono, così, le nuove guardie di frontiera: la nuova agenzia potrà contare su un totale di 1.500 guardie, dislocate nei rispettivi Paesi di appartenenza ma pronte ad essere mobilitate altrove con breve preavviso. L’Italia, come previsto dall’accordo, dovrà mettere a disposizione 125 persone, mentre la Germania 226.
Nel regolamento è previsto il cosiddetto “diritto di intervento” nel caso in cui le debolezze delle frontiere esterne di uno Stato dovessero mettere a rischio l’area Schengen: si tratta, in pratica, di una missione guidata da Bruxelles, su proposta della Commissione europea e sulla base della decisione del Consiglio Ue, a maggioranza qualificata. Il governo in questione avrà quindi 30 giorni per conformarsi all’iniziativa europea e collaborare, sottoscrivendo il piano operativo. Al contrario, nel caso in cui dovesse resistere, è prevista la possibilità di ricorrere all’articolo 29 del codice Schengen, con la chiusura delle frontiere interne, fino ad un massimo di 2 anni, per i Paesi confinanti. L’agenzia effettuerà anche “stress test” per stabilire l’adeguatezza dei controlli alle frontiere e avrà competenze rafforzate sui rimpatri dei migranti economici.
La bozza dell’accrodo dovrà ora passare al voto della commissione competente dell’Europarlamento il prossimo 27 giugno e della plenaria di Strasburgo a luglio, prima di essere approvato formalmente e definitivamente dal Consiglio dell’Unione Europea. Si parla di una possibile entrata in vigore alla fine dell’estate.