La crisi libica e l’avanzata dello Stato Islamico mettono in allarme le super potenze europee e lo scenario di un possibile intervento militare si fa giorno dopo giorno più realistico. Ad essere particolarmente interessata è l’Italia che si trova a 350 km dalle coste del Paese nord africano e che quindi sente più vicina la minaccia. In un’intervista al Messaggero il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha spiegato che Roma è pronta a guidare una coalizione internazionale per annientare le truppe del Califfato prima che la situazione diventi irrecuperabile. “La questione è urgente – ha detto – Se in Afghanistan abbiamo mandato fino a 5mila uomini, in un paese come la Libia che ci riguarda molto più da vicino e in cui il rischio di deterioramento è molto più preoccupante per noi, la nostra missione può essere significativa e impegnativa, anche numericamente”.
La Pinotti ha ipotizzato la composizione dell’alleanza anti Isis nel Mediterraneo. “Oltre a noi ci saranno sicuramente la Francia, la Gran Bretagna, la Germania, la Spagna, Malta e altri “. Quanto agli Stati Uniti “saranno coinvolti nella strategia, quanto alla partecipazione diretta si vedrà”. L’anarchia in Libia ha agevolato le conquiste di Al Baghdadi e questo è frutto della miopia mostrata dall’Europa quando nel 2001 si mosse per rovesciare Gheddafi che con il pugno di ferro impediva l’ascesa del fondamentalismo. “Eliminato il tappo del regime, le tensioni sottostanti sono esplose” e ora “bisogna fare come nei Balcani, dove per scongiurare la bonifica etnica abbiamo invitato decine di migliaia di uomini e abbiamo contingenti dopo vent’anni per stabilizzare territorio”. Quanto al potenziale dei jihadisti, qualche mese erano stati stimati 25mila combattenti, ora secondo il ministro “potrebbero essere 30mila o anche più”, e sugli armamenti ricorda “i momenti d’ombra” sulla sorte delle armi di Gheddafi.
A sottolineare le colpe dell’Europa sul caso libico ci ha pensato anche Romano Prodi, intervistato dal Fatto Quotidiano. “La guerra in Libia del 2011 fu voluta dai francesi per scopi che non lo so… – ha spiegato l’ex premier – certamente accanto al desiderio di ristabilire i diritti umani c’erano anche interessi economici, diciamo cosi'”. E “L’Italia ha addirittura pagato per fare una guerra contro i propri interessi, Berlusconi si è fatto trascinare dalla Francia ed è entrato in guerra”. Nel frattempo la Farnesina ha comunicato che nel Paese nord africano “si sta svolgendo una delle preannunciate operazioni di alleggerimento dei connazionali presenti, non è in corso un’evacuazione”