L’Università di Juba, il principale Ateneo del Sud Sudan, rischia di chiudere i battenti a causa di una grave crisi finanziaria. A lanciare l’allarme, nel corso di un’intervista alla Bbc, è stato John Akec, vice rettore dell’università secondo cui lo stop all’attività didattica potrebbe arrivare entro la fine dell’anno se non verranno trovate risorse adeguate.
L’auspicio espresso dal dirigente è che il governo intervenga a sostegno dell’istituzione. Nel frattempo agli studenti potrebbe essere chiesto di pagare per le pratiche burocratiche e per la stampa dei documenti necessari per fare gli esami.
Il Paese africano, il più giovane dell’intero continente, è però allo stremo, tanto che l’esecutivo ha recentemente annunciato, per il secondo anno consecutivo, la cancellazione delle celebrazioni previste per la festa dell’indipendenza per mancanza di fondi.
Il Sud Sudan è alle prese con una guerra civile, che vede fronteggiarsi da una parte le truppe regolari in difesa del governo e dall’altra le milizie armate delle opposizioni. I violenti combattimenti hanno causato l’esodo della popolazione da una regione all’altra e verso le nazioni confinanti. Il crollo dei prezzi delle materie prime (in particolare l’olio) ha pesantemente condizionato l’economia nazionale facendo crescere l’inflazione.
Nel maggio dello scorso anno professori e assistenti delle cinque università pubbliche del Paese hanno indetto un maxi sciopero per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi per tre mesi e l’omesso riconoscimento dei benefit riferiti all’anno precedente. Alla mobilitazione hanno partecipato l’Università di Juba, quella di Bahr el Ghazel, quella del Nilo superiore, quella di Scienze e Tecnologie del Dott. John Garang e quella di Rumbek. L’ordinamento sudsudanese attribuisce al presidente Salva Kiir il ruolo di rettore di tutti gli atenei statali.