Con un’escamotage quasi banale il vicepremier della Repubblica di Crimea è riuscito a superare i controlli dello spazio Schengen e ad entrare nel territorio dell’Unione Europea, benché i suo nome figurasse su una black list stilata dai 28 in seguito alla riannessione della Crimea alla Russia. E’ bastato trascrivere dai caratteri in cirillico a quelli in latino i dati sul suo passaporto e le porte dell’Ue si sono “spalancate” per Dmitri Polonski ed ha così potuto partecipare ad una conferenza dell’Ocse a Varsavia.
Polonski è tra gli organizzatori del referendum per l’annessione a Mosca della penisola contesa tra ucraini e russi e per questo l’Unione Europea lo aveva sanzionato impedendogli – almeno fino alla settimana scorsa – l’ingresso nei suoi territori. Il portavoce dell’Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa, Lauren Baranowski, ha confermato la presenza del vicepremier alla conferenza, ma anche lui stesso ha inviato ad alcuni media le foto che provavano la sua presenza a Varsavia.
“E’ stato un tremendo errore”, ha commentato il ministro degli esteri polacco Grzergorz Schetyna, che ha provato a giustificarsi di fronte ai commenti indignati dell’ambasciata ucraina a Varsavia spiegando di non aver mai rilasciato un visto per entrare nel Paese a membri delle autorità secessioniste della Crimea.