Il burkini – il costume integrale che copre tutto il corpo, compresi i capelli – è stato vietato in due importanti località balneari della Costa Azzurra, Cannes e Villeneuve-Loubet, con un’ordinanza che prevede anche una multa in caso di non osservanza della norma.
Nel testo del provvedimento si legge: “è vietato l’accesso alle spiagge e ai bagni alle persone che non hanno una tenuta corretta, rispettosa del buon costume e della laicità, che rispetti le regole d’igiene e di sicurezza dei bagnanti nel dominio pubblico marittimo. Indossare abiti durante il bagno ha una connotazione contraria a questi principi ed è altrettanto vietato”. Il primo a scegliere di multare, con un’ammenda di 38 euro, le donne che indossano il costume integrale è stato David Lisnard, sindaco di centrodestra di Cannes.
Nell’ordinanza è specificato che “una tenuta da spiaggia che ostenta un’appartenenza religiosa, in un momento in cui la Francia e i luoghi di culto sono attualmente al centro di attacchi terroristici, rischia di creare problemi di ordine pubblico che è necessario prevenire”.
Immediata la reazione dell’associazione umanitaria “Ligue des Droits de l’Homme”, che con un comunicato fa sapere che questa ordinanza ha il sapore di una vera e propria forma di discriminazione religiosa. “Si tratta di un abuso di diritto che ci riserviamo di portare davanti a un giudice- ha commentato Hervé Lavisse, presidente della sezione di Cannes-Grasses riferendosi al principio di laicità della costituzione francese che “garantisce a tutti i cittadini la libertà di esercizio di culto”.
“Non ho tempo, né voglia di fare polemica – ha risposto il sindaco – ho preso questa decisione per la sicurezza della mia città in un contesto di stato d’emergenza. Non ho vietato il velo, la kippa o le croci, ma semplicemente una ‘uniforme’ simbolo dell’estremismo islamico”.