Il Ppe, alle prese con il caso Orban, starebbe lavorando a una soluzione di compromesso che porti alla sospensione del partito di governo ungherse Fidesz dalla famiglia dei popolari europei.
Via di mezzo
La decisione definitiva sulla vicenda dovrebbe essere adottata oggi pomeriggio, in occasione dell'assemblea dei delegati che andrà in scena all'Europarlamento. Secondo quanto riportato dall'Agi, il presidente del Ppe, Joseph Daul, avrebbe fatto in questi giorni un giro di telefonate ai vertici dei partiti Popolari per testare la possibilità di arrivare a una soluzione condivisa che eviti la spaccatura del Ppe e allo stesso tempo mandi un segnale al primo ministro ungherese, protagonista nelle ultime settimane di un attacco senza precedenti alla Commissione e allo stesso Jean-Claude Juncker.
La proposta
Secondo alcune indiscrezioni, Orban sarebbe già a Bruxelles e avrebbe avuto dei contatti con i vertici del partito in vista del voto di oggi. Il premier ungherese avrebbe già riservato una sala del parlamento per tenere una conferenza stampa dopo l'assemblea. Una soluzione, aggiungono altre fonti, potrebbe essere quella di sospendere Fidesz e creare una sorta di comitato per monitorare una serie di condizioni sul rispetto dei valori cui si ispira il Ppe. Una decisione non è ancora maturata, secondo quanto trapela, anche perché le principali delegazioni non si sono ancora espresse, né gli spagnoli del Partido Popular, né i Repubblicani francesi. Forza Italia invece ha già detto di essere contraria all'espulsione di Orban ma non si è pronunciata sulla sospensione, almeno per il momento. Nemmeno i tedeschi della Cdu hanno pubblicamente preso posizione, ma starebbero lavorando al “lodo Daul“. Un'altra incognita che pesa sull'assemblea è quella dei numeri: tutte le proposte infatti, per statuto, devono essere approvate a maggioranza dei presenti. Molto dipenderà quindi da quante delegazioni parteciperanno alla riunione e al voto. Al momento i partiti che hanno già calato le carte sul tavolo sono il gruppo dell'Est, contrario all'espulsione e anche alla sospensione di Fidesz, e il blocco soprattutto composto dalle delegazioni del nord che invece chiede misure drastiche contro il presidente ungherese.