Dopo alcuni giorni di inquietanti botta e risposta, accompagnati da ventilate ipotesi di attacchi missilistici rimbalzate attraverso le agenzie stampa, torna a parlare il leader nordcoreano in persona, Kim Jong-un, e lo fa dopo giornate intense nelle quali si è temuta (e ancora si teme) una crisi di riarmo che, nelle intenzioni del regime, metterebbe nel mirino la base militare statunitense di Guam. Nonostante la dichiarazione da parte di Pyongyang di un piano di attacco pronto per metà agosto, oggi Kim ha schiacciato il freno sostenendo che, prima di sparare, guarderà “un altro po’ il folle e stupido comportamento degli yankee”. A riportare le parole del leader è stata l’agenzia ufficiale della Corea del Nord, “Kcna”, che ha diramato il discorso tenuto dal dittatore durante un’ispezione al comando della Forza strategica a capo delle unità missilistiche della Corea del Nord.
Dichiarazioni che, pur scartando, per il momento, l’ipotesi di un attacco missilistico a Guam, contribuiscono tutt’altro che a smorzare la tensione: “Per disinnescare le tensioni e prevenire il pericoloso conflitto militare nella penisola coreana – ha spiegato ancora Kim, citato dalla ‘Kcna’ – è necessario che gli Stati Uniti facciano innanzitutto scelte adeguate e le traducano in azioni, in quanto hanno compiuto una provocazione con l’introduzione di enormi attrezzature strategiche nucleari in prossimità della penisola”. Parole che mostrano la volontà di ricercare un clima di distensione che, nei giorni scorsi, è stato più volte sul punto di cedere: dopo le dichiarazioni-bomba di Trump sull’eventualità di “fuoco e fiamme” qualora la Corea avesse perseverato nei suoi atteggiamenti provocatori, era arrivata la minaccia di un’eventuale offensiva contro la base americana del Sud del Pacifico finché, solo nella giornata di ieri, si è arrivati alla notizia dell’applicazione delle sanzioni Onu da parte della Cina a Pyongyang, con l’interruzione dell’importante importazione di minerali e frutti di mare.
Al momento, comunque, il quadro politico fra Usa e Corea assume l’inquietante aspetto di un’enorme scacchiera: in attesa della prossima mossa di Kim, il quale ha comunque detto che aspetterà quelle degli Usa, sulla crisi coreana si è espresso il segretario della Difesa degli Stati Uniti, John Mattis, il quale ha spiegato che “qualsiasi missile indirizzato verso gli States verrebbe neutralizzato” sottolineando però che “se sparassero contro gli Stati Uniti, questo potrebbe portare alla guerra molto velocemente”. Nel suo ormai famoso discorso di capodanno, Kim aveva annunciato la creazione di un missile balistico in grado di raggiungere le coste atlantiche degli States e, solo pochi giorni fa, era circolata la notizia raccolta dall’Intelligence Usa di mini-testate nucleari create dai laboratori nordcoreani e applicabili sui razzi a lunga gittata già a disposizione del regime. Prospettive di certo non rosee, alle quali, come si spera, si dovrà sopperire con il dialogo.
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