Ok del parlamento sudcoreano all’impeachment della presidente Park Geun-hye. Il risultato del voto a scrutinio segreto ha visto 56 no e 234 sì, con una netta vittoria che ha superato di 34 voti il quorum richiesto dei due terzi, pari a 200 sui 300 seggi che compongono l’assemblea. Ai 172 voti dell’opposizione, tra Partito Democratico, Peoples Party, Justice Party e vari deputati indipendenti, se ne sono aggiunti altri 62 provenienti dal partito della stessa Park.
Appena Park avrà ricevuto il documento formale sulla mozione approvata dall’aula parlamentare, la presidenza ad interim passerà al premier Hwang Kyo-ahn, che guiderà il Paese per un massimo di 180 giorni, fino a quando la Corte costituzionale non deciderà se confermare o meno la messa in stato d’accusa della Park. Se poi l’impeachment dovesse essere confermato, le nuove elezioni presidenziali dovrebbero tenersi tra giugno e luglio 2017.
La presidente è stata accusata dalla procura di Seul di complicità con la sua confidente, Choi Soon-sil, e con due ex stretti collaboratori, per aver estorto circa 80 miliardi di won (70 milioni di dollari) a decine di compagnie sudcoreane attraverso “donazioni” fatte a due fondazioni riconducibili alla stessa Choi. Dalle audizioni sulle inchiesta parlamentare, sono emersi indizi che farebbero della Park – che gode dell’immunità presidenziale – un soggetto “non estraneo e all’oscuro” delle pressioni di Choi sulle aziende e sugli imprenditori che hanno dovuto sborsare le cosiddette “donazioni” non volontariamente.