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Corea del Nord, nuovo missile sopra il Giappone: poteva arrivare a Guam

Kim lo aveva fatto sapere, all’indomani delle sanzioni Onu: la reazione della Corea ci sarebbe stata e anche molto presto. Detto fatto: da Pyongyang arriva l’ennesima provocazione al resto del mondo, con un nuovo test missilistico e un’altra testata balistica a sfiorare il vicino Giappone, precisamente l’isola di Hokkaido. Una sfida che ha provocato la consueta tragica catena di reazioni, dalla convocazione del Consiglio di sicurezza nazionale a Seul, a quello di emergenza dell’Onu, che si svolgerà a porte chiuse. L’obiettivo è sempre lo stesso: studiare una strategia che permetta di mettere fine alle azioni folli di Kim senza ricorrere alla violenza. L’applicazione di sanzioni, non più di tre giorni fa, sembrava aver rappresentato un colpo non indifferente per il regime anche se, a ben vedere, la dilazione per l’import di petrolio aveva assunto comunque l’aria di una significativa eccezione.

Corea del Sud: “Possiamo distruggerli”

Nell’arco di qualche ora, tempo di celebrare gli scienziati del test atomico del Punggye-ri e lanciare qualche altra pesante minaccia ai giapponesi, Kim ha sparato il suo nuovo atto di superbia, sfiorando l’arcipelago nipponico all’altezza di 770 chilometri, per un tracciato di gittata di 3700. Le Forze armate Usa hanno subito precisato che la testata non poteva rappresentare un pericolo per gli States (anche se il tragitto avrebbe potuto rappresentare una minaccia per un luogo geograficamente più vicino come Guam) ma è anche vero che, giunti a questo punto, la situazione si è fatta decisamente più tesa: assieme alla riunione del Consiglio, Seul ha tenuto a sottolineare che la Corea del Sud possiede una forza di fuoco in grado di distruggere i vicini. E si parla addirittura di task-force per scovare il dittatore, da qualche parte al Nord, con concrete possibilità di rivisitazione della politica del dialogo annoverata fra le principali intenzioni di Moon al momento della sua elezione.

Attesa per le reazioni

Piuttosto significativo, pensando a come Kim abbia assimilato le sanzioni Onu, considerare che il lancio è stato effettuato alle porte della capitale Pyongyang (nelle vicinanze dell’aeroporto, mentre partiva un aereo civile) e, insieme, che la capacità di gittata superava di ben 1000 chilometri quella del lancio del Hwasong-12 di agosto. L’attesa è ora tutta riversata sul Consiglio dell’Onu e sulla reazione di Donald Trump, con l’ombra del “fuoco e fiamme” dei primi di agosto che torna paurosamente più vicina. E più vicino sarà anche lui, visto che il Tycoon ha confermato il suo viaggio nell’Est asiatico, con tanto di tappa a Seul.

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