Trump la pagherà. Kim Jong-un lo ha detto chiaramente, nel suo ultimo inquietante discorso. Le minacce rivolte dal Tycoon al regime di Pyongyang hanno fatto scattare il raptus d’orgoglio del leader nordcoreano che, assieme alle invettive contro il presidente degli Stati Uniti, ha lanciato l’inaudita minaccia di far esplodere una bomba all’idrogeno in superficie, nel Pacifico occidentale. E’ dal 1996 che nessuno osa tanto. A Kim non è sfuggito il tono duro e bellicoso di Trump nel suo discorso all’Assemblea delle Nazioni unite (durante il quale si è rivolto al dittatore con l’appellativo di “Rocket man”), cogliendo al volo l’occasione per servire una serie di invettive e provocazioni all’indirizzo dell’inquilino della Casa Bianca, non mancando di lasciare il mondo intero con il fiato sospeso per l’eventualità di un nuovo folle testnucleare.
Clima teso
Al di là della veridicità o meno di un test di bomba H nelle acque dell’oceano, ventilato anche dal ministro degli Esteri Ri Yong-ho, è certo che il clima di tensione, dopo il colorito discorso del presidente Usa al Palazzo di vetro, ha conosciuto un improvviso rialzo di temperature. Dalla minaccia di “distruggere la Corea del Nord in caso di attacco” all’epiteto di “uomo razzo” lanciato al maresciallo d’oltreoceano, passando per le nuove sanzioni imposte da Trump su chi fa affari con il regime, Kim non si è fatto sfuggire l’occasione per replicare a tono, rivolgendosi direttamente al presidente, peraltro in prima persona (novità assoluta), distribuendo parole minatorie a piene mani e dichiarando di stare “seriamente pensando a quale risposta dare”.
La minaccia di Kim
Al netto delle parole del Tycoon davanti all’Assemblea Onu schierata al gran completo, non è stata meno colorita la descrizione che Kim ha fornito del rivale, definito “una canaglia e un bandito, desideroso di giocare con il fuoco”. Quest’ultima “voce” è senz’altro la più inquietante: il timore diffuso è che le scintille a distanza possano definitivamente attizzare le fiamme di uno scontro armato o, quantomeno, portare all’attuazione di quelle che, almeno finora, sono solo delle ipotesi. Va da sé che far esplodere una bomba H in un luogo che non sia a diversi metri di profondità potrebbe rappresentare lo spartiacque definitivo, il punto di non ritorno. Un’eventualità che, per il momento, appare remota, sperando che nessuno dei due contendenti commetta il passo falso definitivo.