Ci risiamo. Il dittatore nordcoreano Kim Jong-un avrebbe fatto giustiziare – il condizionale è d’obbligo, visto che la “cortina di fumo” è totale – due funzionari. Lo scrive il quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo, secondo cui Kim avrebbe fatto giustiziare due alti funzionari del regime, entrambi con l’accusa formale di aver disobbedito agli ordini impartiti dall’alto. Anche in questo caso – come già in passato – l’esecuzione sarebbe stata “spettacolare”, addirittura con l’ausilio del fuoco della contraerea.
La news sta facendo il giro del mondo; l’episodio sarebbe accaduto all’inizio di agosto. L’esecuzione capitale – stando a fonti anonime – sarebbe avvenuta in un’accademia militare di Pyongyang e sotto la supervisione del “giovane generale”.
L’identità dei due funzionari giustiziati è stata resa nota. Nel primo caso si tratterebbe di Hwang Min, ex ministro dell’Agricoltura, verosimilmente caduto in disgrazia a causa delle “proposte di riforma da lui sostenute, viste come sfida diretta alla leadership di Kim Jong-un”. La seconda persona sarebbe invece Ri Yong-jin, un funzionario di livello ministeriale al dicastero dell’Educazione: si sarebbe “appisolato in un meeting presieduto da Kim”, e questo ha segnato il suo destino.
Anche nell’aprile del 2015 sarebbe finita sotto il fuoco di un cannone antiaereo la carriera e l’esistenza del generale Hyon Yong-chol, ministro della Difesa nordcoreano. La notizia fu diffusa dall’agenzia sudcoreana Yonhap, che citò informazioni ricevute dal National intelligence service, i servizi segreti sudcoreani.
Hyon Yong-chol, guida delle People’s Armed Forces, colpevole di essersi addormentato durante una parata militare, fu ucciso da plotone d’esecuzione munito di armi pesanti. L’accusa: “Slealtà e mancanza di rispetto”. La colpa del ministro sarebbe stata anche in quel caso di essersi addormentato durante una cerimonia presieduta dal capo del regime, Kim Jong-un. In più, rimproverato, Hyon avrebbe osato rispondere. L’esecuzione sarebbe avvenuta il 30 aprile, davanti a una folla di centinaia di persone.
Ancora prima, nel 2013, i sudcoreani diedero la notizia dell’esecuzione di Chang Song-thaek, zio di Kim e numero due del regime. Passarono settimane prima della conferma.