Appare sempre più in salita la via diplomatica tra Washington e Pyongyang. Pur se lontani i giorni dei botta e risposta a distanza fra i due leader nazionali, il fallimento del vertice di Hanoi ha rappresentato un punto di svolta in negativo nelle trattative di distensione che nemmeno la visita di Donald Trump a Panmunjon sembra essere riuscita a raddrizzare. Dalla Corea del Nord, infatti, si continua a sparare missili sul Mar del Giappone, perlomeno stando a quanto riferito dall'agenzia di stampa di Seul, secondo la quale altri due missili non identificati sarebbero stati individuati nel tratto di cielo al largo dell'arcipelago nipponico. Testate a corto raggio probabilmente, le stesse lanciate nelle scorse settimane in una sospetta risalita delle sperimentazioni balistiche che, dopo l'incontro di Singapore, erano state provvisoriamente accantonate da Pyongyang.
Il lancio
Non si sa molto, per ora, del nuovo test missilistico effettauto dalla Corea del Nord, se non che sia l'ultimo di una serie che, nell'ultimo mese, ha visto complessivamente quattro-cinque lanci. Secondo l'esercito sudcoreano, questi ultimi lancia sarebbero stati sparati fuori dalla città di Hamhung, zona nord-est, con muso rivolto verso il Mar del Giappone. Lanci inquadrati come una mossa preventiva di Pyongyang nei confronti delle esercitazioni congiunte Usa- Corea del Sud, indicate dalle autorità nordcoreane come i prepartivi di una possibile invasione del Nord. Una notizia che, per il momento, non ha suscitato grosse reazioni a Washington, con il solo commento affidato alle parole di un funzionario dell'amministrazione statunitense a France Press: “Siamo a conoscenza delle notizie di un lancio di missili dalla Corea del Nord, e continuiamo a monitorare la situazione. Ci stiamo consultando e siamo a stretto contatto con i nostri alleati giapponesi e sudcoreani”.
Dialoghi proseguono
Di certo, tornare a lanciare missili non è la strada migliore per favorire i colloqui distensivi tra Usa e Nord Corea, fortemente rallentati dopo il flop vietnamita. A ogni modo, nella giornata di ieri il presidente americano aveva fatto sapere di aver ricevuto una lettera da parte del leader nordcoreano, definita “molto bella e positiva”, nella quale tuttavia Kim esprimeva tutta la sua contrarietà “ai giochi di guerra” di Washington e Seul nei pressi dei confini del Nord, pur se fortemente ridotti proprio allo scopo di favorire i colloqui di pace con Pyongyang. Segno che il lavoro diplomatico prosegue ma che, allo stesso tempo, tutte le parti in causa restano (ancora) sulle loro posizioni originarie.