Brexit sì ma alle condizioni del Regno Unito: questo sembra essere emerso dal voto del Parlamento sul piano May e sempre questo traspare dalla concessione (per la seconda volta) della fiducia alla premier. Un avvertimento al primo ministro di proseguire con il suo lavoro tenendo però ben presente che la Gran Bretagna non è disposta a qualunque tipo di accordo. May, ricevuto il messaggio, ha cercato immediatamente il dialogo con le opposizioni, invitando il leader dei laburisti, Jeremy Corbyn, a un faccia a faccia per determinare una linea comune da intraprendere per evitare il “no deal”. Un'opzione che appare incerta ma che, a ogni modo, non è stata neppure discussa visto il rifiuto categorico di Corbyn a incontrare la premier. Una decisione che, a quanto pare, non ha incontrato il gradimento dell'opinione pubblica: un sondaggio di Sky Data, infatti, ha dimostrato che la maggior parte dell'elettorato ritiene poco saggia la mossa del leader labour.
Mosse e contromosse
Abbastanza netto lo schieramento dei britannici: il 51% dei votanti ritiene che Corbyn abbia torto, il 25% che abbia ragione e un altro 25% che si astiene, mantenendosi sul “non so”. La mossa del leader laburista, d'altronde, è stata accolta in modo contrastante dalla gran parte dell'establishment politico del Regno Unito, dal momento che il confronto era apparsa la soluzione più plausibile per superare lo stallo venutosi a creare con la bocciatura del piano May e la seguente conferma della fiducia. Non solo: Corbyn ha invitato i suoi a non “impegnarsi” con il governo fino a quando non viene rimossa la minaccia di un no deal, ipotesi bollata immediatamente dal primo ministro come “una condizione impossibile”. In un discorso a Hastings, Corbyn ha dichiarato: “Con il no deal sul tavolo, il primo ministro entrerà in trattative fasulle solo per far scadere il tempo e cercare di ricattare i parlamentari per votare attraverso un secondo tenetativo il suo pasticciato accordo, minacciando il Paese con il caos che il no deal porterebbe”.
Nel frattempo, la premier ha incontrato altri leader e, lunedì, dovrebbe definire un nuovo piano da discutere martedì alla Camera