Apoco più di 24 ore dal raid combinato Usa-Francia-Gran Bretagna nei cieli della Siria, il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson allerta il Paese sulla necessità di “prendere ogni precauzione possibile” per prepararsi a un'eventuale ritorsione della Russia. Il guardasigilli ha rilasciato un'intervista alla Bbc, nella quale ha ripercorso gli ultimi mesi di tensione col Cremlino, portati non solo dall'attacco di due notti fa alle basi di Assad ma anche e soprattutto dalla vicenda che ha coinvolto l'ex spia Sergej Skripal e tutti gli strascichi da questa causati: “Se consideriamo ciò che la Russia ha fatto, non solo in questo Paese a Salisbury ma in generale contro televisioni, contro infrastrutture strategiche, contro processi democratici, è evidente che bisogna prendere ogni precauzione possibile”.
L'offensiva di Corbyn
Ma la partecipazione britannica all'offensiva missilistica contro gli obiettivi facenti capo a Damasco non ha solo acceso la spia dell'allerta per la stabilità internazionale ma anche portato vento di tempesta a Downing Street. L'opposizione Labour ha infatti chiesto conto al governo Tory dell'iniziativa in accordo con Trump e Macron, intrapresa senza passare dal Parlamento. Sempre alla Bbc, Jeremy Corbyn ha attaccato la premier Theresa May proponendo il cosiddetto “War powers act”, una legge che, di fatto, regolerebbe le azioni militari con la necessaria approvazione di Westminster, salvo eccezionalità (una proposta cavalcata anche dalla leader laboyr Emily Thornberry).
May ai Comuni
Da parte sua, la maggioranza (ristretta) Tory ha motivato l'attacco in Siria come “intervento umanitario” legato “a ragioni di sicurezza” che ne giustificano la legalità. Ergo, secondo May, l'offensiva nei cieli della Siria rientrebbe nella categoria dei casi eccezionali. Questione sulla quale Corbyn mantiene più di qualche remora, ricordando che il diritto internazionale riconosce come legali le sole azioni di autodifesa. Nella giorna di domani, la premier May sarà chiamata alla Camera dei Comuni per un dibattito sulla partecipazione britannica all'attacco in Siria durante la quale, probabilmente, verranno delineati i futuri passi di un governo britannico già fortemente scottato dal caso Skripal e che rischia di perdere ulteriori consensi.