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Conte incontra al-Sarraj: “La Libia è una polveriera”

Una polveriera”. Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, definisce la delicata situazione in Libia, dopo l'incontro con il presidente del Governo di accordo nazionale libico, Fayez al Sarraj, giunto a Roma nel pomeriggio. In Libia bisogna “assolutamente fermare il conflitto interno e le interferenze esterne” ha detto Conte, perché “gli ultimi sviluppi stanno rendendo il Paese una polveriera con forti ripercussioni, temiamo, sull'intera regione”. Per il premier italiano, dunque, l'unica soluzione possibile per mitigare l'escalation è “l'opzione politica […] che possa garantire al popolo libico benessere e prosperità”. L'incontro con al Sarraj è avventuo pochi giorni dopo quello con il generale Khalifa Haftar, l'uomo forte della Cirenaica, che tuttora cerca di spingere l'esercito nazionale libico a prendere la città di Tripoli. In un primo momento, al Sarraj era stato irritato dall'incontro: secondo quanto riferito da Agenzia Nova, il primo ministro libico sarebbe stato indisposto dalla presenza di Haftar nelle stanze dell'omologo italiano.

Il ruolo italiano

Proprio sulle questioni libica e iraniana, ieri i ministri degli Esteri dei Paesi membri dell'Unione europea sono stati convocati dall'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, per definire il ruolo e le azioni dell'Ue. All'incontro era anche presente il rappresentante speciale del segretario generale dell'Onu per la Libia, Ghassan Salamé. In conferenza stampa, Borrell aveva dichiarato la necessità di un impegno maggiore. L'Italia si sta ritagliando uno spazio da negoziatore la cui mancanza le viene spesso rinfacciata. L'incontro con al Sarraj avviene alla vigilia di un altro fra il premier Conte e il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, sostenitore del premier libico al punto da mandare truppe in Libia.

Verso Berlino

Dopo Istanbul, Conte vedrà il premier egiziano Al Sisi, sostenitore di Khalifa Haftar, in seguito gli Emirati Arabi Uniti. Le mosse dell'Italia hanno come obiettivo la tregua del conflitto, verso cui – stando a quanto ha dichiarato  lo stesso ambasciatore libico presso l'Ue, Hafed Gaddur – è ben disposto lo stesso al Sarraj. Viceversa, il generale Haftar ha fatto sapere che non cederà alla tregua se non saranno disarmate le milizie, che reputa come terroristiche. Ora all'Europa è dato il compito di spegnere i fuochi di guerra. L'orizzonte è la Conferenza di Berlino, inizialmente fissata al 19 gennaio ma sulla quale, al momento, non c'è un calendario definitivo. Quello che è certo è che la cancelliera Angela Merkel ha ampliato il tavolo dei partecipanti, non limitandolo solo all'Ue, ma includendo i Paesi confinanti con la Libia. Si sospetta una defezione della Turchia, Paese che ha un ruolo chiave nel contesto: a questo ci penserà la tedesca Merkel nel prossimo incontro del 24 gennaio a Istanbul.

 

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