L'esercito siriano e i suoi alleati, le milizie sciite, hanno espugnato l'ultima roccaforte dell'Isis in Siria nella giornata di mercoledì 9 novembre. Lo ha dichiarato alla tv di Stato siriana un comandante militare, come riporta Al Arabiya.
Proclami di vittoria
“L'ultimo avamposto di Daesh, al Bukamal, è stato liberato”, ha detto. La città in questione si trova nella zona orientale del Paese, al confine con l'Iraq e sulle rive dell'Eufrate. Secondo quanto riferito dal comandante militare, l'assalto sarebbe avvenuto non solo con il supporto di sciiti iraniani ed Hezbollah, ma anche con quello delle forze armate dell'Iraq, giunte da oltreconfine.
Ma l'Isis resiste ancora
Nonostante i proclami, la situazione resta tuttavia ancora non del tutto chiara. L'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, ha dichiarato che non è vero che al Bukamal sia stata liberata, asserendo che vi sono ancora combattimenti nei pressi di questa località.
A rendere ancora più nebulosa la vicenda è un dispaccio di Amaq, agenzia di stampa legata allo Stato islamico, secondo cui l'assalto ad al Bukamal sarebbe stato respinto. I referenti dell'Isis hanno segnalato il lancio di un missile contro le forze siriane e un attacco suicida che avrebbe provocato perdite negli assalitori. Al Arabiya sottolinea che l'Isis mantiene il controllo su alcune aree dei deserti e dei villaggi nelle vicinanze, nonché di una città e di altri villaggi entro il confine iracheno.
La resa è il destino degli jihadisti?
Resta il fatto – come osserva il sito Difesa e Sicurezza – che i miliziani dell'Isis ad al Bukamal sono circa mille, soprattutto “foreign fighters e alcuni irridubicili”. “I primi, non conoscono il territorio e non saprebbero dove andare – si legge -. Di conseguenza, sono intrappolati nella città siriana al confine con l’Iraq. Il loro unico scopo oggi è cercare di salvarsi la vita. Perciò, come già avvenuto in diverse zone dei due paesi, saranno propensi a trattare o ad arrendersi al nemico“.
Le conquiste degli ultimi mesi
Ormai da mesi appare vicina la fine dell'Isis. Risale al settembre scorso l'annuncio del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, che nel corso di un raduno della sua organizzazione in Libano ha parlato di “vittoria” in Siria. Nelle ultime settimane le forze curdo-arabe sostenute dagli Stati Uniti hanno costretto i miliziani dell'Isis a fuggire da Raqqa, città che avevano proclamato come capitale del Califfato.