Si è conclusa l’evacuazione di Aleppo est, riconquistata dalle forze lealiste siriane grazie al sostegno di Iran e Russia. Dopo una giornata convulsa, cominciata con notizie drammatiche di migliaia di persone ferme al gelo in attesa della partenza dell’ultimo convoglio di autobus, in serata è arrivata la notizia dell’atteso accordo raggiunto tra le parti.
Il comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha annunciato di aver evacuato l’ultimo ospedale di Aleppo est e di essere riuscito a mettere in salvo tutti i civili dell’area che avevano urgente bisogno di cure mediche. L‘Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), conferma l’uscita degli ultimi quattro autobus da Aleppo est. Secondo l’Ondus sono 18 mila le persone – tra cui 5 mila miliziani – evacuati nell’ultima settimana. Il Cicr parla invece di 25 mila persone evacuate mentre il governo turco sosteneva che l’evacuazione ha riguardato 37.500 persone.
In questo quadro, i media governativi siriani celebrano “la liberazione” di Aleppo dai “terroristi”. Il termine terrorista è usato da decenni da Damasco per descrivere chiunque esprima dissenso nei confronti dell’autorità del contestato presidente Bashar al Assad. I media panarabi filo-iraniani parlando di “riunificazione” di Aleppo, riferendosi al fatto che per lungo tempo Aleppo est era stata separata da Aleppo ovest.
Nel contesto della rivolta scoppiata nel 2011, miliziani delle opposizioni provenienti dalle periferie e dalle zone rurali circostanti si erano impadroniti nel luglio 2012 di ampie zone di Aleppo sud ed est. Nel corso di quattro anni, grazie al cruciale sostegno militare di Iran e Russia il governo siriano è riuscito ad accerchiare e poi a vincere la resistenza dei ribelli. Tra loro figuravano anche miliziani affiliati all’ala siriana di al Qaida, ma non v’erano membri dell’Isis, cacciati dagli stessi insorti nel 2013. Da quell’anno e, in particolare, dall’anno scorso però l’aviazione russa e siriana hanno più volte bombardato strutture civili ad Aleppo est, centrando ospedali, scuole, panetterie, rifugi per sfollati. Una serie di crimini documentati da organizzazioni umanitarie internazionali e dall’Onu.
Le stesse Nazioni Unite hanno denunciato il lancio di mortaio e di razzi da parte di insorti contro i quartieri di Aleppo ovest, controllati dai governativi. L’ultima e determinante offensiva di terra lealista era cominciata un mese fa. E in quattro settimane le forze siriane e i loro alleati sono riusciti a “bonificare” una zona che, secondo l’Onu, fino al 25 novembre, ospitava 275 mila persone.
La maggior parte dei civili e dei miliziani evacuati sono stati trasferiti nella regione di Idlib, dove è forte l’ala siriana di al Qaida, e nella regione rurale a sud-ovest di Aleppo, fuori dal controllo governativo. Altre migliaia di persone sono state condotte in Turchia. Nel quadro dell’accordo russo-iraniano-turco su Aleppo, i militari di Ankara hanno intanto annunciato stamani di aver conquistato, grazie a miliziani siriani anti-regime, il controllo della strada che collega Aleppo con al Bab, la cittadina in mano all’Isis e che si trova tra la martoriata metropoli siriana e l’Eufrate, controllato dalle forze curdo-siriane sostenute dagli Usa.