E’ iniziato in Turchia il processo contro i quasi 50 imputati accusati del complotto per assassinare il presidente Recep Tayyip Erdogan in un lussuoso albergo sull’Egeo, la notte del fallito colpo di stato. Quarantaquattro persone, la maggior parte soldati, si trovano in stato di arresto, mentre altre tre ancora latitanti saranno giudicate in contumacia in un tribunale della città di Mugla, nel sud del Paese. Gli imputati, molti in giacca e cravatta, sono stati condotti in aula dalle forze di sicurezza di fronte alle telecamere, tra i fischi e le grida di derisione dei presenti. Erdogan, che trascorreva una vacanza con la famiglia nell’esclusivo resort di Marmaris sull’Egeo la notte del 15 luglio, ha raccontato di aver scampato la morte per un quarto d’ora. I magistrati hanno chiesto vari ergastoli per ciascuno degli imputati, tra i quali una squadra d’assalto di 37 soldati che avrebbe dovuto portare a termine il piano.
Le autorità turche sostengono che il complotto per uccidere Erdogan fosse parte del piano per usurpare il governo regolarmente eletto, orchestrato a loro dire dal religioso musulmano in esilio negli Stati Uniti Fethullah Gulen. Due poliziotti turchi che facevano la scorta a Erdogan all’albergo furono uccisi, secondo i capi d’imputazione.
Sono intanto 1.604 le persone fermate nell’ultima settimana in operazioni antiterrorismo in Turchia. Lo rende noto un bollettino del ministero dell’Interno. La maggior parte dei sospetti (1.067) è finita in manette in 268 operazioni contro il Pkk curdo. Per 57 di questi è stato finora convalidato l’arresto. Fermati anche 501 supposti affiliati alla presunta rete golpista di Gulen, con 63 poi arrestati. In manette anche 21 sospetti jihadisti dell’Isis e 15 militanti di gruppi di estrema sinistra.
Proseguono i raid contro il Pkk curdo. Almeno 11 combattenti sono stati uccisi in nuovi bombardamenticompiuti stanotte dall’aviazione turca in nord Iraq. Lo fanno sapere le forze armate di Ankara, secondo cui i bombardamenti sono avvenuti nella regione di Zap, dopo che era stato individuato un rifugio dei ribelli tra le montagne della zona.