Categories: Esteri

Comey a Capitol Hill, attacca il Gop

Logo Interris - Comey a Capitol Hill, attacca il Gop

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Comey a Capitol Hill, attacca il Gop

E'una sfida infinita quella fra Comey e Trump. L'ex direttore dell'Fbi si è presentato a Capitol Hill per rispondere alle domande di repubblicani e democratici in seduta congiunta a porte chiuse. Il tema del confronto riguardava il mailgate e le indagini dell'Fbi sul server di posta privata di Hillary Clinton, oltre che sul cosiddetto Steele Dossier. Ma più che in aula, le scintille sono esplose quando l'ex direttore del Bureau ne è uscito, confrontandosi con i giornalisti in attesa fuori dall'Aula del Campidoglio al termine di quella che lui ha definito “un'udienza frustrante”. Nel mirino di Comey sono finiti i due portavoce che hanno condotto l'interrogazione, entrambi repubblicani, ai quali si è rivolto con tono ironico: “Un giorno, dovranno spiegare ai loro nipoti quello che hanno fatto oggi”, ha detto, accusandoli di non difendere l'Fbi dagli attacchi del presidente Trump.

Dossier vecchi

Ma non solo. Comey è stato ancora più polemico durante il colloquio con i cronisti, affermando che “mentre il Presidente degli Stati Uniti sta mentendo sull'FBI, attaccando l'FBI e attaccando lo Stato di diritto in questo Paese”, gli vengono poste domande “sulle e-mail di Hillary Clinton e sul Dossier Steele”. Poi concede: “Abbiamo dovuto prendere decisioni molto difficili nel 2016. Sapevo che ci saremmo fatti male. La domanda era come ridurre il danno”. E sugli argomenti trattati, da lui definiti vecchi, ribadisce di aver partecipato a un'udienza poco utile, oltre che frustrante: “Le domande sul dossier di Hillary Clinton e Steele mi colpiscono come più delle stesse. Non ho imparato nulla di nuovo lì dentro. Forse l'hanno fatto loro”.

La difesa

Per Comey, il presidente ha costantemente mentito sull'Fbi, contribuendo a sviarne la reputazione. Rispondendo a una domanda dell'ala democratica, Comey ha spiegato di non aver voluto dichiarare pubblicamente come Trump non fosse sotto inchiesta a causa della preoccupazione che tale situazione potesse cambiare e che l'FBI avrebbe dovuto fare un altro annuncio. Inoltre, ha detto ai legislatori che la sua sensazione si sarebbe dimostrata giusta. Questo quanto riferito da una fonte della Cnn, la quale ha anche riportato della difesa alzata dall'ex direttore del Bureau per Flynn e Cohen, per un'intervista del gennaio del 2017 per il primo, dalla definizione di “topo” per il secondo.

redazione: