Ad oltre 3 anni dal referendum in cui i cittadini britannici hanno votato a favore dell’uscita dall’Unione Europea, ancora tutto è da decidere. Gli occhi sono puntati al 12 dicembre, giorno delle elezioni. Il premier Johnson ha scelto, infatti, la via delle elezioni anticipate per avere un mandato ancora più forte e poter gestire la Brexit: se i conservatori dovessero ottenere la vittoria alle urne, raggiungendo la maggioranza assoluta in Parlamento, l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue avverrà il 31 gennaio prossimo. Ma se Johnson è il favorito, il risultato non può darsi per scontato. Per questo gli europeisti britannici si mobilitano in vista delle elezioni: l’attore Hugh Grant, ad esempio, si è impegnato in un vero e proprio porta a porta: vi prego, andate a votare, è il suo appello per i quartieri di Londra: ”Da oggi – dice l’attore – concedete ogni vostro momento libero per fare campagna contro l’uscita dalla Ue. Abbiamo l’ultima chiamata prima della catastrofe”.
Le conseguenze sui cittadini europei
Ma la Brexit non è solo una questione politica, di partiti e visioni che si scontrano. La Brexit riguarda soprattutto le persone: 3,5 milioni di europei (di cui 700mila italiani) vivono e lavorano in Gran Bretagna. A loro che cosa succederà? Intanto hanno tempo fino alla fine del 2020 per registrarsi al programma Settlement Scheme e ottenere la residenza provvisoria o permanente. Poi ci sono quelli che vorranno viaggiare in Gran Bretagna; la ministra dell’Interno Priti Patel ha già fatto sapere la sua proposta: se il partito conservatore vincerà le elezioni, a partire dall’1 gennaio 2021 saranno obbligatori il passaporto e il visto elettronico per volare a Londra. Un sistema simile a quello previsto dagli Stati Uniti. Le autorità locali potranno decidere di negare l’ingresso nel Paese a chi ha precedenti e poi verranno conteggiati gli ingressi e le uscite, per evitare che i turisti si fermino oltre i tre mesi consentiti. Chi vorrà farlo dovrà ottenere un visto di lavoro.
Le dichiarazioni della ministra dell'Interno Patel
Queste regole stringenti sono giustificate dal fatto che – ha spiegato la ministra – “quando i britannici hanno votato a favore di lasciare la Ue nel 2016, hanno votato a favore di riprenderci il controllo delle nostre frontiere. È quello che intendiamo fare. Purtroppo allo stato attuale – ha precisato – stupefacenti e armi arrivano nelle nostre strade dall'Europa aggravando la situazione della sicurezza e della criminalità nel nostro Paese”. Al momento questa resta un’ipotesi proposta dai conservatori in caso di vittoria.