Scontri fra l’esercito israeliano e i coloni si sono verificati ad Amona, l’insediamento ebraico illegale, costruito su terreni palestinesi privati in Cisgiordania, nei pressi dell’insediamento di Ofra. Secondo quanto scritto in una sentenza della Corte Suprema di Gerusalemme, l’avamposto – dove vivono circa 40 famiglie di coloni – dovrà essere sgomberato entro la sera del primo febbraio.
Le proteste
Residenti e giovani ebrei, fin dalle prime luci dell’alba, si sono recati ad Amona con l’intenzione di protestare pacificamente contro lo sgombero dell’avamposto. L’esercito ha avvertito i manifestanti che se non fossero andati via pacificamente, sarebbero stati rimossi con la forza. Nonostante l’ammonimento, alcune persone hanno opposto resistenza ai militari e, secondo i media locali, hanno lanciato anche pietre contro le forze di sicurezza, dato fuoco a degli pneumatici ed eretto alcune barricate nei punti di ingresso per impedire l’esecuzione dell’ordine di sgombero.
La sentenza di sgombero
La sentenza di sgombero dell’avamposto di Amona, è stata emessa nel 2014 dalla Corte Suprema di Gerusalemme. Dopo la decretazione è seguita una lunga contesa legale con il Governo, che ha poi raggiunto un accordo per ricollocare le circa 40 famiglie in altri terreni nella stessa zona che sono però ancora da individuare. Inoltre, nonostante la sentenza di sgombero sia iniziata, la Corte si deve nuovamente pronunciare sulla validità dell’accordo con gli abitanti dell’avamposto.