L’Unione europea ha chiesto ad Israele di bloccare le demolizioni di case palestinesi nell’Area C della Cisgiordania (quella in base ad Oslo sotto controllo militare e civile dello stato ebraico) e in particolare del villaggio beduino di Khan al-Ahmar, non distante da Gerusalemme, dove sorge la “Scuola di Gomme” realizzata dalla ong italiana “Vento di terra” anche con il sostegno finanziario del governo di Roma.
La richiesta, secondo il quotidiano Haaretz, è stata avanzata dall’inviato Ue in Israele Lars Faaborg-Andersen in un recente incontro con il nuovo direttore generale del ministero degli esteri Yuval Rotem nel quale l’ambasciatore europeo ha definito le demolizioni come “violazione della Convenzione di Ginevra” in quanto avrebbero come effetto “il trasferimento forzato” delle popolazioni. La questione della “Scuola di Gomme” con l’invito a riconsiderare la sua demolizione sarebbe stata sollevata, secondo il giornale, anche dal ministero degli Esteri italiano Angelino Alfano con il premier Benjamin Netanyahu nel suo viaggio in Israele di due settimane fa. Recentemente Tel Aviv è stata criticata dalle Nazioni Unite per aver varato il piano di costruzione di un nuovo insediamento in Cisgiordania, il primo dopo quasi 20 anni.
La politica di sicurezza del governo israeliano, in ogni caso, sembra essere approvata dalla maggior parte dei cittadini. Secondo un sondaggio realizzato dall'”Israeli democracy Institute” se si votasse oggi lo Stato ebraico continuerebbe ad avere un esecutivo di destra o di centrodestra. Il 70% del campione intervistato si è schierato con questa scelta. Solo il 24% ha detto invece di preferire un governo di centro sinistra o di sinistra. Se si scompone il campione, negli elettori ebrei israeliani la percentuale sale all’81%, mentre scende all’8% il favore per un esecutivo di sinistra o centrosinistra. Negli arabi israeliani, all’opposto il 58% vorrebbe un governo di centro sinistra, ma solo il 10% pensa che questo possa accadere con le elezioni.