Erano tre anni che i ministri degli esteri di Cina, Giappone e Corea del Sud non si incontravano. Ora il difficoltoso dialogo, iniziato nel 2007, è ripreso a Seoul. I colloqui diplomatici tra il sudcoreano Yun Byung-se, il giapponese Fumio Kishida e il cinese Wang Yi sono ripartiti con l’obiettivo di allentare la tensione tra i tre Paesi per questioni legate ad alcuni territori contesi e problemi risalenti alla seconda guerra mondiale. Nonostante il passo in avanti, i tempi per l’atteso summit tra i leader delle tre Nazioni asiatiche non sono ancora maturi: il ministro degli esteri del Giappone, infatti, ha proposto di organizzare un vertice trilaterale in un futuro non lontano, ma la controparte cinese ha fatto capire che è un’ipotesi improbabile.
L’incontro ha permesso anche di discutere su una possibile partecipazione di Tokyo e Seoul alla banca di sviluppo guidata da Pechino (Asian Infrastructure Investment Bank) e sull’installazione in Corea del Sud di un sistema statunitense di difesa aerea per contrastare la minaccia missilistica della Corea del Nord. Nel 2013 il summit era stato cancellato dopo che il leader giapponese Shinzo Abe si era recato al santuario nazionale Yasukuni, nel quale dove sono ricordati i 2,5 milioni di caduti della seconda guerra mondiale, tra i quali 14 criminali di guerra e altri 1.068 condannati coinvolti anche in massacri durante l’occupazione della penisola coreana e della Cina. “Nonostante alcune difficoltà intercorse tra i nostri due Paesi – ha dichiarato alla stampa il ministro nipponico Fumio Kishida sui rapporti tra Giappone e Corea del Sud – confermiamo la nostra intenzione di continuare a comunicare a vari livelli, per rafforzare la nostra cooperazione”.