A Santiago del Cile migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro la repressione della polizia e la riforma educativa in corso, considerata insufficiente. L’occasione si è presentata la scorsa settimana, quando un universitario era rimasto gravemente ferito da un idrante usato dai carabinieri durante una manifestazione. Convocata dalla Confederazione degli studenti cileni, anche quest’ultima profesta è degenerata e nella capitale si sono registrati scontri con le forze dell’ordine, lanci di bombe molotov e incendi.
Gli scontri con la polizia sono avvenuti proprio nel centro di Santiago, davanti alla sede del governo, dove gli studenti sono arrivati dopo aver tentato di incendiare e danneggiare diversi negozi vicini. Malgrado la manifestazione fosse iniziata in forma pacifica, con balli e canti, poi è degenerata a causa di piccoli gruppi che hanno agitato la massa. La marcia era stata organizzata contro la repressione della polizia, perché uno studente dell’Università Cattolica del Cile, dopo essere stato ferito dai getti d’acqua degli idranti, adesso è grave e lotta per la vita.
Ieri sera, secondo gli organizzatori, erano più di 100mila le persone al corteo, che era stato organizzato in orario serale per permettere ai lavoratori di appoggiare gli studenti che da due anni chiedono la riforma del sistema educativo, con istruzione gratuita per tutti. Nella mattina, la polizia ha dovuto disperdere gli studenti che volevano marciare in manifestazioni non autorizzate a Santiago, e anche nel vicino porto di Valparaiso ci sono stati scontri. Comunque, la presidente cilena, la socialista Michelle Bachelet, ha in parte riformato il sistema scolastico, ma la gratuità resta appannaggio solo dei più poveri. Ieri il Ministro dell’interno ha reso noto che verrà aperta un’inchiesta per individuare i responsabili dell’aggressione al ragazzo la scorsa settimana, dopo che la polizia aveva negato tutto, ma è stato diffuso un video che documento l’intervento violento delle forze dell’ordine, fatto che ha provocato l’intervento delle autorità del governo.