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Chiusa la “prigione dei migranti”

Il governo spagnolo ha sgomberato il carcere diĀ Archidona (Malaga) riconvertito circa due mesi fa in un centro di detenzione temporanea di migranti. I 557 stranieri, in prevalenza di origini algerine, che vi erano rinchiusi sono stati per la maggior parte deportati nel Paese d'origine.

Prigione controversa

Una settantina di migranti rimasti sono stati trasferiti fra mercoledƬ e ieri in Centri di internamento di Madrid e Barcellona, informano fonti del ministero citate dai media. Dal 20 novembre scorso il penitenziario Malaga II di Archidona, ultimato ma non ancora in funzione, era stato impiegato per far fronte all'emergenza degli sbarchi in massa di migranti sulle coste spagnole negli ultimi mesi, che ha portato alla saturazione dei Centri di internamento temporaneo (Cie), soprattutto di Murcia e dell'Andalusia. Ma ĆØ stato dal primo momento al centro di forti critiche e denunce da parte del Difensore del Popolo, di Ong e associazioni per i diritti umani, dei vescovi e della Caritas, e oggetto di interrogazioni parlamentari; la detenzione dei migranti sarebbe infatti contraria alla normativa spagnola sugli stranieri. Il governo di Mariano Rajoy, attraverso il ministro degli Interni JosĆ© Ignacio Zoido, aveva insistito sul fatto che si trattava di una “soluzione di emergenza a fronte di una situazione di emergenza” – avallata da un'ordinanza dell'autoritĆ  giudiziaria – per gli arrivi di migranti, soprattutto di origini algerine, sulle coste andaluse.

Il caso

Il presunto suicidio di Mohamed Bouderbalal, un “sin papeles” algerino di 36 anni trovato impiccato nella sua cella lo scorso 29 dicembre, ha accelerato lo sgombero della struttura. Un'inchiesta sulla morte dell'immigrato ĆØ stata aperta dalla polizia, mentre un'indagine “indipendente ed esaustiva” ĆØ stata sollecitata lo scorso 3 gennaio dal fratello Ahmed, che non crede alla morte per suicidio, confermato dall'autopsia, secondo quanto reso noto dal ministero degli Interni. A metĆ  dicembre, il carcere ĆØ stato teatro di proteste e incidenti per l'inizio delle espulsioni degli algerini reclusi e per la scarsezza di cibo denunciata dai migranti.

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