Lo stato di sfiducia del cittadino medio europeo nei confronti della finanza sta toccando in questa fase storica vette mai raggiunte prima. Diversi sono i segnali che lo dimostrano, a cominciare dalla formidabile crescita di consenso, che si registra qua e lร in tutti i Paesi dell'Unione europea, dei movimenti cosiddetti populisti ed euroscettici. Ma la finanza costituisce davvero una sorta di feroce Cerbero che minaccia i popoli o si tratta di una percezione alterata della realtร ? Una risposta la offre il libro โI padroni della finanza mondiale โ Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattonoโ (ed. Chiarelettere โ 2018), scritto dal sociologo e giร eurodeputato, nonchรฉ esperto di organizzazioni criminali Pino Arlacchi. Calabrese di Gioia Tauro, sottosegretario generale all'Onu dal '97 al 2002, egli ritiene che โlโattuale sistema finanziario ultraglobalizzatoโ รจ โla minaccia piรน grave che incombe sul pianetaโ e punta il dito nei confronti delle agenzie di rating americane, โle quali โ afferma โ perseguono interessi di privatiโ. Da parlamentare europeo fu tra i firmatari di una proposta per chiedere la riforma di queste agenzie rendendole pubbliche ed europee. In Terris lo ha intervistato a margine di una presentazione del volume avvenuta a Roma.
Dott. Arlacchi, chi sono i padroni della finanza mondiale?
โSi tratta di un concerto di poteri che ha il suo centro a Wall Street con delle depandance in Europa, nella Commissione europea, nelle principali banche d'investimento e nella city di Londraโ.
Quando รจ nato questo dominio della finanza?
โร un processo graduale, iniziato negli anni '70, quando la finanza ha smesso di servire l'industria, ed รจ proseguito espandendosi negli anni '80 e '90 con una serie di misure di deregolazione, liberalizzazioni, privatizzazioni, che hanno dato un grande spazio alla finanza privata che prima non c'era. ร cosรฌ che la finanza, anzichรฉ servire lo sviluppo economico di un Paese, รจ diventata la padrona dello sviluppo e questo fatto ha finito per uccidere lo sviluppo stessoโ.
Quali sono state le cause di questa espansione liberista?
โCi sono due cause. Ce n'รจ una immediata: la controrivoluzione liberista lanciata da Reagan negli Usa e dalla Thatcher in Gran Bretagna, come risposta alla crisi degli anni '70. E ce n'รจ una nel lungo periodo: lo sviluppo naturale di questo ciclo del capitalismo, che vede il declino della potenza egemone statunitense e la nascita di nuove potenzeโ.
Prima ha parlato della Commissione europea come โdepandanceโ del centro di potere finanziario che si trova negli Stati Unitiโฆ
โร cosรฌ. Sono stato eurodeputato per cinque anni e ho visto il diverso trattamento che hanno i temi economici e finanziari rispetto agli altri temi dell'agenda del Parlamento europeo, della Commissione e del Consiglio. E soprattutto ho visto che tipo di trattamento. Un esempio? Con l'estensione oltre i confini americani delle sanzioni a Teheran, รจ stato impedito alle imprese europee di intervenire nel mercato iraniano: siccome l'Iran non รจ integrato nel sistema finanziario degli Usa, l'apertura di un immenso campo d'investimenti all'industria europea avrebbe danneggiato la potenza egemone. Una prova piรน concreto dello strapotere finanziario non riesco a trovarlaโ.
Come valuta le dichiarazioni di Juncker di ieri sulla crisi greca e sulle misure d'austeritร : un โmea culpaโ?
โOgni volta che si ottiene il proprio risultato, si fa questa professione di rammarico, che perรฒ non serve a nulla. Indietro non si torna, il risultato รจ stato ottenuto a costo di una vera e propria 'tragedia greca' che viene indicata come modello per gli altri Paesi dell'Unioneโ.
Nel suo libro indica come paradigma da seguire l'economia cineseโฆ
โNon solo la Cina, ma anche altri Paesi dell'Asia come il Giappone e l'India, hanno dimostrato che si puรฒ crescere a tassi altissimi, ridurre la povertร , creare occupazione reale attraverso una economia sociale di mercatoโ.
Esistono perรฒ diverse contraddizioni in Cina, a cominciare dai diritti dei lavoratoriโฆ
โIn Cina vado ogni anno da quasi vent'anni: conosco molto bene la traiettoria di sviluppo della Cina moderna e posso affermare che si tratta di un falso mito. I salari medi di un lavoratore cinese sono oggi piรน o meno uguali a quelli di un lavoratore portoghese, con un sistema di prezzi piรน basso e con un sistema di tutele maggiore. Chi fa queste affermazioni non conosce la Cina attuale, dove si รจ registrato un aumento del ceto medio e, nel giro di 25 anni, un aumento del reddito pro capite di 40 volte. Risultati ottenuti perchรฉ c'รจ stata una gestione efficace dell'economia, che consiste nello Stato che dirige il mercato e non viceversa; nell'industria che gestisce la finanza e non viceversa. Questo accadeva anche in Italia prima dell'ondata neoliberista degli anni '70, quando infatti c'รจ stato il miracolo economico del dopoguerra: a quei tempi era il Governo che creava le infrastrutture giuste, necessarie per lo sviluppo economico. Dall'attuale stagnazione economica non potremo uscire finchรฉ non guarderemo al passato o finchรฉ non prenderemo esempio dall'Asiaโ.
Cosรฌ puรฒ rinascere l'Europa?
โEsatto. Ma per farlo deve prima di tutto abbandonare l'idea โ che tanto ha affascinato nel corso degli anni โ degli Stati Uniti d'Europa, ovvero che, sull'esempio degli Usa, bisogna mettere insieme una serie di servizi e istituzioni con un grande centro federale a Bruxelles. Piuttosto, ritengo che la crisi dovrebbe suggerirci un modello diverso, di un'Europa piรน flessibile, che tenga conto delle diversitร economiche dei vari Stati europei, che rispecchia anche il mosaico europeo composto da tante culture. Gli Stati Uniti sono nati distruggendo le culture che c'erano prima, l'Europa invece รจ nata sulla base di duemila anni di sviluppo locale, e tutto ciรฒ non si puรฒ abolire per inseguire un modello non nostroโ.
Una riappropriazione delle identitร che รจ spesso il cavallo di battaglia dei movimenti cosiddetti populisti che stanno prendendo piede in Europaโฆ
โAlcune istanze di certi movimenti rappresentano degli spunti di riflessione di cui tener conto, perรฒ non possiamo distruggere il sistema europeo, la moneta unica, sulla base di una visione nazionalistica: ciรฒ sarebbe deleterio. Questo sistema va rifondato, tornando alle radici, con una Banca centrale che contribuisce allo sviluppo economico e non si occupa solo della stabilitร dei prezzi; tornando al Trattato di Roma che a differenza di quello di Maastricht non parla solo di mercato e di finanza. Bisogna guardare ai padri fondatori, i quali ritenevano l'Europa non solo un'entitร geografica, ma uno spiritoโ.