Continua per il non giorno consecutivo l’incendio nella zona boschiva di esclusione della centrale di Cernobyl. Un rogo che, secondo Tatiana Timochko, responsabile della Lega ambientale ucraina, minaccia la diffusione di radiazioni anche a lunga distanza. “La cenere è spinta dal vento a lunghe distanze, cosa che minaccia la diffusione di radiazioni su grandi territori, perché la cenere poi cade su piante, terre, acque”, ha dichiarato.
Ha poi spiegato che naturalmente la concentrazione di radionuclidi, ovvero delle particelle nucleari dannose, nelle aree lontane dall’epicentro dell’esplosione non sono eccessivi, ma nell’area adiacente “è un pericolo reale”, perché le persone possono mangiare cibi contaminati.
Sono circa 130 gli ettari di erba secca nella foresta vicina all’impianto a bruciare. Le autorità stanno valutando se usare l’aviazione per spegnere il rogo. Secondo il servizio di emergenza, la “situazione radioattiva è stabile, la dose di esposizione al suolo e i radionuclidi nell’acqua non eccedono i valori standard”. Il servizio non ha tuttavia fornito informazioni sull’eventuale contaminazione radioattiva nell’aria. Solo il 28 aprile scorso, un altro incendio si era esteso su un’area di 320 ettari nella zona di esclusione ed era stato domato solo cinque giorni dopo.