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C’E’ POSTA PER TE, LA CLINTON PUBBLICA TUTTE LE EMAIL SOSPETTE

“Ho usato l’accounti di email personale sono per comodità”, così Hillary Clinton si difende dall’email-gate, la bufera che l’ha travolta per il ricorso ad un server di posta privato anche per lo scambio di email ufficiali mentre era segretario di Stato. L’Ex first lady, che punta alle presidenziali del 2016 ha ammesso l’errore: “Mi rendo conto che sarebbe stato meglio, più intelligente, utilizzare due telefoni separati e due account diversi”, ha riconosciuto, “ma in quel momento non mi era sembrato un problema”. Infatti la stessa Clinton ha ribadito ai giornalisti che all’epoca la legge permetteva di usare un suo indirizzo di posta elettronica privato anche per le faccende lavorative. “Ho ritenuto che l’utilizzo di un unico dispositivo sarebbe stato più semplice – ha spiegato l’ex segretario – ma evidentemente, con il senno di poi, non è stato così.

L’ex first Lady ha anche indicato come, tra l’altro, la maggioranza delle mail ufficiali siano state inviate anche a dipendenti del governo e sono dunque state registrate su server governativi. Comunque, per la trasparenza, ha affermato: “Ritengo di aver fatto una scelta senza precedenti di fornire queste lettere ufficiali che diventeranno di pubblico dominio”, ricordando di aver stampato e consegnato al Dipartimento di Stato le sue conversazioni di posta elettronica ufficiali. Questo però è avvenuto solo dopo che la Clinton ha separato le proprie mail professionali da quelle personali, cancellando definitivamente tutte le mail che la riguardavano personalmente, circa 32.000, che riguardavano cose come le sue lezioni di yoga, l’organizzazione del matrimonio della figlia Chelsea e del funerale di sua madre. “Nessuno vorrebbe la diffusione delle sue email personali”, ha detto.

La conferenza stampa è successiva all’annuncio del Dipartimento di Stato Usa che ha fatto sapere che pubblicherà le mail della Clinton durante il suo mandato da segretario di Stato su un apposito sito web. Il portavoce Jen Psaki ha confermato che il Dipartimento di Stato sta esaminando 55mila pagine di lettere consegnate da Hillary Clinton ma che potrebbero volerci diversi mesi prima che il processo sia completato, ma soprattutto non si potrà sapere se tra i file eliminati compariva qualche importante atto ufficiale. A quel punto tuttavia, quella parte di email che verranno considerate adeguate per la divulgazione pubblica, verranno pubblicate in un’unica soluzione su un apposito sito web.

La conferenza stampa è stato uno spettacolo piuttosto inusuale, fa notare il New York Times: un’ex first lady ed ex segretario di Stato, la cui candidatura alle elezioni presidenziali è considerata imminente, ha parlato alla stampa nella sede delle Nazioni Unite riguardo la segretezza delle sue comunicazioni e la fiducia degli elettori: e lo ha fatto ben otto giorni dopo il primo articolo su questa storia. E per quanto nelle email – sia in quelle consegnate che in quelle cancellate – ci sia forse poco di giornalisticamente rilevante, e Hillary Clinton non abbia fatto niente di illegale, questa storia e la sua gestione delle critiche sta confermando in molti i dubbi sulla forza della sua probabile candidatura, rafforzando gli argomenti di chi la considera oscura e maneggiona

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