Sembra ormai a un passo l'accordo sulla Brexit e, nello specifico, sulla questione del confine irlandese vero e proprio nodo che ancora teneva sul filo il futuro del percorso di uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea. In mattinata, la premier aveva convocato un vertice straordinario del governo per esaminare la bozza dell'accordo sull'addio all'Ue e, nelle ultime ore, pare sia stata raggiunta l'intesa anche sulla faccenda della linea di confine fra Irlanda e Irlanda del Nord, rimasta in sospeso fionra e considerata un punto focale sul fronte degli accordi con Bruxelles. Ora, secondo quanto riferito dalla Bbc, il testo sarà passato al vaglio nella giornata di domani, per poi essere approvato (in caso) in una riunione nel primo pomeriggio.
L'accordo
Per quanto riguarda i contenuti dell'accordo, al momento non si conoscono estremi né dettagli. Sulla questione irlandese il tutto dovrebbe risolversi (almeno provvisoriamente) con una permanenza temporanea dell'Irlanda del Nord nei regimi dell'Ue, così come di una sosta momentanea di Londra all'interno dell'unione doganale europea e nel mercato comune, cercando poi di trovare l'accordo definitivo superato il periodo di passaggio. Una soluzione provvisoria dunque (al netto di conferme necessarie che, per ora, non sono ancora arrivate) che, se da un lato scioglie l'impasse in vista della naturale scadenza prevista per scongiurare l'hard Brexit, dall'altra si presenta tutt'altro che semplice da un punto di vista politico, con un fronte conservatore che potrebbe premere affinché tale bozza, considerata svantaggiosa per il Regno Unito, non passi l'esame del Consiglio dei ministri.
Maggioranza stretta
Secondo quanto filtrato da fonti vicine al governo il clima attorno a Downing Street resterebbe teso nonostante la bozza sul tavolo. L'esecutivo di maggioranza (risicata) potrebbe andare incontro a un flop nel caso in cui nessuna forza in campo decidesse di appoggiare i Tory moderati della premier: né i laburisti, secondo i quali il prototipo di accordo è tutt'altro che nell'interesse britannico, ma nemmeno il partito unionista nordirlandese del Dup, apparso poco propenso a dare il proprio assenso a un accordo che rischierebbe di provocare una frattura. A ogni modo, il tutto si definirà non prima del consiglio dei ministri.