Ha ormai assunto l'aspetto di un effetto domino, in Slovacchia, l'onda lunga delle conseguenze legate alla morte di Jan Kuciak, ucciso insieme alla fidanzata Martina Kuscnirova il 22 febbraio scorso. Dopo le dimissioni del ministro dell'Interno Robert Kalinak, arrivate lunedì scorso, anche il premier Robert Fico ha ceduto alla pressione esercitata sul governo, rassegnando le proprie dimissioni con la condizione di riservarsi il diritto di scegliere il proprio successore, permesso che dovrà essere accordato dal presidente Andrej Kiska. L'offerta di dimissioni del primo ministro arriva dopo un mese di polemiche e agitazione antipolitica e, nondimeno, in seguito a un progressivo addio di molti esponenti delle istituzioni, tra i quali il ministro della Cultura.
La crisi politica
L'omicidio del giovane reporter aveva letteralmente sconvolto l'opinione pubblica slovacca, per la prima volta alle prese con un caso simile e anche per la giovanissima età delle due persone uccise. All'indomani dell'assassinio, messo in atto a colpi di pistola nell'appartamento dei fidanzati, numerose manifestazioni in loro ricordo erano state spontaneamente organizzate in molte città del Paese, con un nutrito gruppo di persone che ha acceso candele davanti alla sede dell'Aktuality.sk, il giornale web presso il quale Kuciak svolgeva la sua professione di giornalista investigativo. Lo stesso presidente Kiska aveva manifestato “sgomento ed orrore” per quanto accaduto, mentre il premier dimissionario (assieme all'altro dimissionario, Kalinak), annunciava in conferenza stampa la creazione di un nucleo investigativo per risalire alle responsabilità del duplice omicidio.
Decisione condivisa
Il giornalista, al momento della sua uccisione, stava lavorando a un'inchiesta sui presunti rapporti intrattenuti da imprendatori italiani sospettati di legami con la 'ndrangheta e alcuni politici slovacchi, poi pubblicata postuma. A quanto pare, la decisione di Fico è arrivata in accordo coi leader alleati del Most-Hid, il partito della minoranza ungherese, e dell'ultranazionalista Partito nazionale slovacco. La mossa del premier, a questo punto, scongiurerebbe l'ipotesi delle elezioni anticipate o del rimpasto di governo, come inizialmente ipotizzato dal presidente Kiska.