Nonostante un lungo tentativo di salvarla, è deceduta la donna palestinese ustionata gravemente
nell’attentato incendiario compiuto a fine luglio luglio contro la sua casa in Cisgiordania e attribuito ad estremisti ebrei. A causa del rogo erano già morti il figlioletto di 18 mesi e il marito di Reham Dawabsheh, alimentando nuove tensioni nella costante crisi israelo-palestinese.
Ad annunciare la morte della donna, avvenuta nelle prime ore di lunedì, è stato Hatem Dawabsheh, lo zio del piccolo Alì che era già morto fra le fiamme il 31 luglio. Il padre era deceduto l’8 agosto nell’ospedale israeliano di Soroka. A rimanere gravemente ustionato era stato anche un altro figlio, di 4 anni.
Già domenica era stato segnalato un peggioramento delle condizioni della Dawabsheh nonostante cinque settimane di cure nell’unità di terapia intensiva dell’ospedale Tel Hashomer a Tel Aviv: la donna soffriva di ustioni di terzo grado sul 90% del corpo causate dall’incendio appiccato con bottiglie molotov prima dell’alba nella camera da letto della famiglia nel villaggio di Duma.