Dopo le dimissioni di 13 ministri, anche il premier australiano Malcolm Turnbull ha deciso di lasciare la politica attiva, dopo esser stato sfiduciato dal gruppo parlamentare del suo Partito liberale, al Governo in coalizione con il Partito nazionale. Alla guida dei liberali, e quindi dell’Esecutivo, è stato votato l’attuale ministro del Tesoro Scott Morrison. Il periodo di grave instabilità politica in cui versa l'Australia e le lotte interne fra la fazione moderata guidata da Turnbull e quella ultraconservatrice rappresentata dal ministro dell'Interno Peter Dutton ha fatto scaturire un voto segreto, a seguito di una speciale riunione del gruppo parlamentare. Bocciata la candidatura della vicepremier e ministro degli Esteri Julie Bishop, i parlamentari hanno eletto vice primo ministro il ministro dell'Energia Josh Frydenberg.
All'ormai ex premier Turnbull, oltre alla scarsa popolarità che potrebbe essere fatale in vista delle elezioni generali di maggio prossimo, viene contestata la politica energetica adottata con la decisione di abbandonare gli accordi di Parigi sull'emissione di carbonio. L’ex ministro del Tesoro Morrison diventa il trentesimo capo di governo australiano e il settimo in appena 11 anni. Dal 2017 nessun primo ministro è riuscito a completare la legislatura. Ora la maggioranza è però a rischio, perché l'abbandono del seggio da parte di Turnbull, che tornerà vacante, toglie il solo voto di scarto su cui possono contare oggi il Partito liberale e quello nazionale.