I quarantamila manifestanti che il 20 settembre scorso si sono riuniti davanti al ministero dell’Economia catalano per protestare contro il blitz della Guardia Civil e l’arresto di 14 dirigenti amministrativi sono stati denunciati per “sedizione” dalla procura di Stato spagnola.
Il reato
Il reato è disciplinato dall’art 544 del codice penale iberico e punisce coloro che, fuori dai casi in cui sussista la fattispecie più grave della “ribellione“, “si sollevano pubblicamente e con tumulti allo scopo di impedire, con l’uso della forza e in modo illegale, l’attuazione della legge, lo svolgimento delle funzioni pubbliche e l’applicazione delle decisioni amministrative giudiziarie“. Un delitto grave, per il quale la legge prevede fino a 18 anni di reclusione, a seconda del ruolo svolto nella “sedizione”.
La protesta
I manifestanti erano accorsi mercoledì verso la sede del dicastero catalano dopo che si era sparsa la notizia degli arresti dei dirigenti responsabili dell’organizzazione del referendum del 1° ottobre. La folla aveva circondato pacificamente il palazzo fino alle tre del mattino, impedendo di fatto l’uscita degli agenti della Guardia Civil spagnola che aveva effettuato arresti e perquisizioni. La procura ha chiesto alla Audiencia Nacional di Madrid di nominare un giudice istruttore che indaghi sul presunto reato di sedizione, individuando i responsabili in particolare con le immagini girate durante la manifestazione.
Tensione alle stelle
Una mossa che rischia di esacerbare ancora di più gli animi. Ogni giro di vite inferto dal governo conservatore guidato da Mariano Rajoy, infatti, foraggia indirettamente la causa secessionista, che vede crescere il sostegno della popolazione catalana. Il leader di Podemos, Pablo Iglesias, ha convocato per domenica a Saragozza un vertice di sindaci spagnoli per denunciare “la repressione” attuata da Madrid contro la Catalogna. Alla conferenza ha confermato la sua partecipazione fra gli altri il sindaco di Barcellona, Ada Colau, che su twitter ha sottolineato la necessità di “dialogo, soluzioni politiche e più democrazia davanti alla crisi politica” in corso nella regione.
Madrid può, però, contare sull’appoggio dell’Unione europea. La posizione della Commissione Ue è stata chiara: il referendum viola la costituzione spagnola. Lo ha ribadito anche il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani, a Rai Radio1. “Ha ragione il governo spagnolo, perché questo referendum è contro la Costituzione spagnola e anche contro le norme catalane” ha detto. La consultazione dell’1° ottobre, ha precisato, “non ha nulla a che vedere con quello in Lombardia e in Veneto: quello è per l’autonomia, questo per la secessione. Mi auguro che si arrivi ad una soluzione politica, che Madrid e Barcellona ricomincino a parlarsi“.